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Renzi a Il Mattino: migranti, Consip e fiscal compact

Il segretario del Pd Renzi, al Mattino per la presentazione del suo libro «Avanti», racconta la sua nuova sfida e indica le priorità della politica. Esulla questione sbarchi avverte:«Tetto massimo per i migranti. Iussoli un dovere, ma sto conGentiloni». Nell`intervista condotta dal direttore Barbano il leader dem
parla anche del caso Consip in cui èstato coinvolto il padre: «Papàoperato al cuore per questo». Inquanto alle alleanze commenta lascelta di Berlusconi: «Sceglie Salvini?Auguri».

 

Segretario Renzi, attraverso questosuo libro “Avanti” dimostra divoler rinsaldare un patto con icittadini, proponendosi di giraretutte le province italiane perrilanciare la proposta del Pd. Illibro è una palingenesi?

«Grazie intanto per l’invito el’accoglienza. Salutoparticolarmente Paolo Siani, fratellodi Giancarlo e personalità nelcampo medico e educativo. Il libro ètante cose, in mille giorni al governoci sono stati momenti straordinari ealtri difficilissimi. Il terremoto, ilterrorismo, vicende personali efamiliari. Il libro è un’esperienzaumana, poi ovviamente ci sono lecose della politica. Abbiamoperduto nettamente il referendum,dal giorno dopo mi sono dimesso datutto, sono ripartito da zero.Abbiamo vinto le primarie in modo netto, adesso si tratta di ragionaredell’Italia del futuro. Ma prima ditutto il libro è un’esperienza umana. Chi critica gli aspetti caratteriali fabenissimo, anche perché dicarattere ognuno ha il suo. Ma più che cambiare il carattere bisognacambiare l`Italia. Quello che vorreidal profondo del cuore esprimere è che se anche soltanto una ragazza oun ragazzo, avvicinandosi al libro, sirendesse conto che la politica non èun carrierificio ma è un desiderio umano di provare a cambiare lecose, e trovasse il brivido, la scintilla,sarei profondamente contento».

 

Segretario Renzi, Berlusconi dice:mai con lei e con il Pd, maGentilioni è garbato è serio. Illessico del proporzionale è illessico del tatticismo, ma dopo leelezioni c’è da immaginare checambierà qualcosa?

«Berlusconi ha già votato duegoverni sostenuti dal Pd, il governodi Mario Monti e quello di Enrico Letta. Questi sono i fatti. Non ha mai votato la fiducia a me. Con luiavevamo fatto un accordo sulle riforme istituzionali e sulla leggeelettorale. Sappiamo come è andataa finire. Senza voler riaprire pagine del passato, questi sono i fatti. Mitrovi qualcuno che li smentisca. Èchiaro che in futuro ognuno
vorrebbe vincere e, se rimane questalegge elettorale, chi raggiunge il 40per cento governa. Certo, arrivare al40 è complicato. Berlusconi ha detto”mai al governo con il Pd e conRenzi”, allora vuole fare il governocon Salvini. Auguri. Ad ogni mododecideranno gli italiani se voglionoBerlusconi e Salvini o Di Battista e DiMaio o vogliono noi».

 

La legge elettorale: Berlusconi diceche si può ancora cambiare. Ècosì?O basterà adeguare i sistemi elettorali di Camera e Senato?

«La storia della legge elettorale èl’ennesima discussione tra addetti ailavori. Nel libroscrivo una cosa semplice. Lalegge si cambiacon il consenso diBerlusconi e diGrillo, non vengain mente di fare una cosa controgli altri. Perchénon è giusto. Leregole del gioco siscrivono insieme. Sulla leggeelettorale era stato fatto un tentativotra quattro partiti, Pd, Forza Italia,Lega e M5s, sul sistema tedesco. Mal`accordo non ha retto. Se asettembre, in Parlamento, sarannoin condizione di fare qualcosa didiverso, si vedrà. Per me il punto difondo è che ci debba essere ilconsenso di Berlusconi e di Grillo.La legge non possiamo farla da soli.Detto questo, a me interessano iposti di lavoro e non i posti inParlamento, mi interessa comeabbassare le tasse, come rilanciarel’economia del Mezzogiorno.
Stamattina ho portato i miei figli aPompei, dove il direttore Osanna stafacendo un grande lavoro. Come idirettori della Reggia di Caserta, diCapodimonte, del Mann. Cirendiamo conto di che cosa enorme abbiamo, di quanta forza e potenzapuò avere un investimento sulla cultura, su Bagnoli, su Scampia?».

 

Mi conceda questa curiosità. Nellibro il rapporto con Berlusconi èorientato al rispetto, lei racconta ilparticolare della telefonata diquando il Cavaliere era inospedale. Però, Grillo apparel’antagonista. Perché?

«Non so se l`antagonista sia Grillo oBerlusconi. Racconto la verità sulpatto del Nazareno e quindi immagino che il Cavaliere nonabbia apprezzato. Ma per me quellaè una pagina chiusa. Io sono uno di quelli che ha sempre detto, nelcentrosinistra: non parliamo male dilui. Ho sempre detto che voglio
mandare a casa Berlusconi col voto,non faccio parte di quella sinistragiustizialista che lo voleva mandarein carcere. Naturalmente c`è untema. Berlusconi vuole fare l`AngelaMerkel o il Mariano Rajoy, cioè ilcapo del Ppe in Italia, o vuole farel`accordo con i populisti? Se leggo IlMattino dico che ha scelto
distare con i populisti.Quanto a Grillo, c`è unproblema, per chi vorràgovernare, diposizionamento dell`Italianel mondo. Ho messo infila una serie di cose chehanno detto i deputati deiCinquestelle. Fanno paura.Se dicono che per fare lapace in Libia bisognaprendere come modello ilVenezuela a me fa paura.

 

Converrà però che spesso anche ilPd e i moderati si fanno dettarel’agenda dai populisti. C`è questoproblema di andareall’inseguimento piuttosto cheessere inseguiti?

«È un tema vero, al quale non è faciledare una risposta. Se lei mi chiede seGrillo è un nemico, le rispondo no.Io ritengo sacrosanta la battaglia deiCinquestelle sull’onestà. Ma nonaccetterò mai una battagliagiustizialista. Per me l’onesta è unacosa seria e finché c`è questaCostituzione, si è consideraticittadini onesti fino a quando lasentenza non passa in giudicato.Non è il blog che dice che, in caso diun avviso di garanzia, ti devidimettere se sei nemico e devirestare se sei amico. Il punto sul quale mi soffermo a lungo nel libro èla politica estera dei Cinque stelle.
Quando vedo un vostrocorregionale sostenere che – mentreci sono gli incendi, eventogravissimo, al quale bisognarispondere facendoinsieme una battagliadurissima e beccando ipiromani – grazie al suo intervento si è fatto unaccordo bilaterale traFrancia e Italia, al puntoche l’ambasciata francese
è costretto a smentirlo,beh, mi preoccupo. Cosìcome con la vicenda deivitalizi, il tirare in ballo un deputato morto. Ecco,quando vedo tantasuperficialità, dico:occupiamo con calma lo spazio del buon senso. Certo, abbiamo fattodegli errori, ma qualcosa di buonol`abbiamo fatto, o no? Quando PaoloSiani mi dice che per nove mammesu dieci che partoriscono nel suoospedale lui può prevedere qualesarà il futuro del bambino, perché loriconosce dalla situazione familiare,questa mi sembra una grandeingiustizia. È una cosa dacombattere, non se sei di destra o disinistra, ma è da combattere perchéè ingiusta, perché quel bambino chenasce ha diritto a vivere una vitacome tutti noi. Su questi punti vafatta una grande battaglia, noninseguendo le scie chimiche,l`allunaggio, le sirene e facendo fintadi chiamare l`ambasciata francese.Ecco perché a me il M5s nonconvince. Perciò a me non piace il reddito cittadinanza. Io sono per illavoro a tutti, non l’assistenzialismoa tutti».

 

Condivido, nel libro,l’impostazione sul temadell’immigrazione: difesa dellefrontiere, integrazione e difesadelle radici e dei valoriliberali cristianidell’Europa. Però nei suoitre anni a Palazzo Chigiqualcosa su questo fronteè mancato, o no?

«Penso che in tutti i settoriqualcosa sia mancato. Mavorrei che chi parla diimmigrazione nondimenticasse in checondizioni abbiamolavorato. Nel 2014 nessunoparlava di immigrazione, se non il governo italiano,tanto che nell`aprile del 2015, dopol`ennesima tragedia nel Mediterraneo, chiediamo unconsiglio europeo straordinario. Il2015 è un anno di svolta. Tutti cambiano posizionesull`immigrazione. A partire daAngela Merkel, che a luglio del 2015
incontra una bimba palestinese, nerimane colpita e due mesi dopodiventa la paladina dei rifugiati. Dopodiché un milione di personearriva dalla Siria in Germania. Anche in Italia le cose sono cambiate più volte. Noi abbiamofatto una battaglia per affermare ilprincipio che i migranti non sono un problema solo del Paese che liaccoglie. Ed è bene fare chiarezza.L’impegno che obbliga l’Italia a
considerare i migrantiresponsabilità del Paese di primoapprodo è del 2003, l`ha assunto ilgoverno Berlusconi. È l`accordo diDublino. Accordo confermato nel 2013 con il governo Letta. E evidente, in virtù dell`accordo diDublino, che i migranti che arrivanoin Italia siano nostra responsabilità.Ma con noi si è introdotto ilprincipio per cui ciascunPaese ha il dovere di prendersi in carico unapiccola quota di migranti.Questi sono i fatti».

 

Però si gioca un po’ sull’equivoco. Quandociascun paese si prendeuna propria quota si parla di profughi. Ma imigranti economicinessuno li ha mai volutiprendere…

«In verità non hanno presoneanche i profughi… Iltema dell`immigrazione resterà per i prossimi venti anni e dobbiamostabilire un numero massimoperché non possiamo accogliere tutti. Vanno fatte rispettare le regolecostituzionali. Se una ragazzina disedici anni vuole uscire senza velo ein minigonna deve essere libera difarlo. Finché si è in Italia, laCostituzione prevale sulle idee religiose. Infine, lo ius soli. Per me èun principio sacrosanto:lì governoha scelto di non mettere la fiducia eio sto dalla parte di Gentiloni,sempre, e accetto questa scelta. Poi,l`Europa dovrà fare la sua parte altrimenti smetteremo di pagare ifondi agli altri paesi».

 

La retromarcia sullo Ius soli non èil segno che questa maggioranzaparlamentare c’è e non c’è?
«È certo che difendiamo il governo,è il governo sostenuto da Pd eguidato da un esponente del Pd. Si fanno le elezioni quando ilpresidente della Repubblica e ilpresidente del Consiglio decidono, ragionevolmente a scadenzanaturale. Siccome so come si staquando tutti ti tirano le freccette, dico che si dà una mano alpresidente del Consiglio».

 

Il libro tocca il rapporto con laminoranza Pd e si coglie una certasofferenza, si avverte la ferita. Malei, al netto degli attacchi subiti,non si rimprovera nulla?

 

«Mi rimprovero tante cose, su tutto.Ma parliamoci chiaro: la questionedei rapporti interni al Pd è stato l’argomento più discusso, trito eritrito degli ultimi tre anni. Ildibattito interno al Pd sembrava come le puntate di “Beautiful”. Cosafaranno? Litigheranno o farannopace? E va bene, siamo un partito
democratico, ma moltodemocratico. Abbiamo fatto leprimarie tre mesi e qualcuno giàvuole rifarle. Comunque preferiscoparlare delle questioni di meritopiuttosto che dei contrasti tra gliattori politici. Credo che nessuno siemozioni su quando D’Alema abbiadeciso di comunicare che ci sarebbe stata la scissione».

 

Però il ruolo di D’Alema,distruttivo, ha avuto anche uneffetto, perché almeno sulreferendum ha è statodeterminante. Non poteva essereun po` più tattico con i vinti, magarilavorando perla nomina diD`Alema ad alto rappresentantedella politica estera in Europa?
«Del senno del poi sono piene lefosse… La partita per il ruolo dicommissario europeo, al netto delle mie opinioni, era una partita che,per portare a casa il risultato, potevaessere chiusa solo con la scelta cheabbiamo fatto: cioè FedericaMogherini. Non si sarebbero createle condizioni per ottenere quell’incarico con altri nomi, sia perl’atteggiamento di alcuni Paesi siaper quello dei partiti che sostenevano l’accordo su Juncker».

 

C’era stato unavvicinamentocon Prodi, poi c’èstata nuovatensione. Anchecon Padoan il rapporto è statocomplicato. Leinon è piùpresidente delconsiglio ma èazionista di maggioranza delgoverno equalche tensionecon il ministro dell’Economia c’è.Va ricucito un rapporto?

 

«Non mi ritrovo in questo racconto.Con Padoan non abbiamo maiavuto problemi, abbiamo avuto tante volte idee diverse e siamo statibravissimi a non farcene accorgere.Il rapporto con Pier Carlo è moltoforte comunque, anche quando nonsiamo d`accordo. Certo, io cercavodi prendere quanti più soldipossibile dalla sua rigida difesa acatenaccio. Anche sulla questionedella flessibilità: lui dice che deveriguardare la prossima legislatura,ed è quanto io scrivo nel libro. Unavolta, non lo racconto nel libro, hoorganizzato una cena a PalazzoChigi con lui, Luciano Spalletti eLuca Lotti. Provate a parlare conPadoan il giorno dopo che la Romaperde una partita… E molto peggiodella battaglia sul deficit. Padoan eramolto interessato al perché Tottinon giocasse, e ho pensato dipotergli strappare uno 0,1 di flessibilità. In ogni caso le dico chefuori da noi ci sono i populisti: Grilloo Salvini. Per contrastarli, dedicheremo quattro giorni aottobre alla discussioneprogrammatica. Parleremo dimercato, flessibilità, pensioni, tasse.Tutti diranno la loro. Io nel frattempo comincerò adandarmene in giro per tutte le province italiane. Mille giorni allaguida del governo sono stati unostraordinario onore. Non mimetterò in modalità broncio, mastarò in mezzo alla gente. Non hoalcuna intenzione di stare appressoagli equilibri di corrente che poisono spifferi. Ci faremo aiutare dallepersone: anziché fare le riforme pergli italiani, stavolta le facciamo congli italiani».

 

Lei nel libro fa un`autocritica: sonostato più piazzista che statista. Nonsiete riusciti a spiegare la propostariformista. Questo apre unaquestione: c’è bisogno di riaprireun dialogo tra potere eintellighenzia?

 

«Abbiamo dato 80 euro a 10 milionidi italiani, non una volta sola ma pertre e anni mezzo ogni mese e vogliovedere chi avrà il coraggio di levarli.E` stata una grande operazione diredistribuzione a favore del cetomedio. Ma ho fatto un errore io,perché non l`ho comunicato bene.La gente l`ha percepito come unatelevendita. Se avessi fatto ungrande convegno con tre premiNobel sulle disuguaglianze, sarebbe passata come una grandeoperazione economica. Abbiamofatto un sacco di cose, forse tropperispetto a quelle comunicate».

 

Lei nel libro racconta unaneddoto. A Cuba lei eCalenda incontraste RattiCastro, che regalò alministro un libro con ladedica “al comparseroCarlo”. Al che lei disse alsuo ministro: “Quando ticandiderai con la destranon lo diremo anessuno”. In effettiCalenda propone ricettepiù liberalisull`economia. C’è unadiversità?

«Non so se la direzione di Calenda èdavvero così diversa. Le operazionieconomiche le abbiamo fatteinsieme. E poi lui mi ha detto diessere orgoglioso del “comparsero”di Castro. Io so che abbiamo presoun Paese che perdeva il 2% e oggicresce dell’1,4».

 

A proposito di conti, l’intenzione èlavorare con l`Europa su unoscambio tra certezza nella riduzione del debito in cambio dimaggiore flessibilità negliinvestimenti.

«Intendiamoci, io sono perrimettere a posto i conti. Ma ilrapporto debito/Pil non scende conl’ austerity ma con la crescita.L’austerity crea povertà, nonricchezza. Ecco perché c`è bisognodi politiche diverse. Finché c’è la disoccupazione giovanile al 35%non possiamo nemmeno guardarein faccia le nuove generazioni.Dobbiamo scendere almeno al 20».

 

Sulle banche lei dice che è stato unerrore affidarsi solo a Bankitalia.Vuole spiegare meglio perché?

«Se tornassi indietro, sicuramentecambierei strategia. Se avessimofatto un team nostro a Palazzo Chigi in collaborazione con Banca d`Italia,le cose sarebbero andate meglio. Mache io, che ho due mutui, debbadiventare in certe narrazioni amicodei banchieri e dei poteri forti, miscappa da ridere. Si è parlato solo diBanca Etruria in questi tre anni. Madi quello che è successo negli ultimi15 anni ne vogliamo parlare?L`acquisto di Montepaschi suAntonveneta, ne parliamo? Leoperazione su Banca 121 di Montepaschi, ne parliamo? Diquello che è successo in Veneto, neparliamo? Si è parlato solo di Banca
Etruria, è sembrato che il problemafossero quattro piccole banche».

 

Il libro racconta la sua esperienzaal governo anche attraverso ilracconto privato…

«Ricordo di un viaggio su un volo diStato per il Giappone per una visita.Attraversavamo le due Coree e dalcielo spiccavano le differenze: laCorea del Sud piena di luci e la Nordnel buio più assoluto. Il comandantedell`aereo spiegò a mia figlia chel`una era illuminata perché libera edemocratica, l`altro oscura perchésotto la dittatura. Al che mia figlia,che non si perde una trasmissione incui mi attaccano anchedicendo che voglio unapericolosa dittatura, midisse: “La Corea del Nord ècome quella che vuoi farete?…».

 

Lei non risparmia critichea editorialistidell’establishment chelisciano il pelo alle forzeanti- sistema. A chi siriferisce?

«E devo pure sentirmi direche sono un servodell’establishment… Possono dirmitutto, che non li ho convinti, che hosbagliato. Ma noi siamo venuti allaribalta senza padrini né padroni,non siamo esponenti del sistema».

 

Capitolo pensioni: si avverte unacerta incoerenza nel sistema, tra lenuove pensioni pensate per igiovani, l`aumento dell`età perlasciare il lavoro, il dibattito maiconcluso sulla legge Fornero…

«Io credo che la legge Fornero sia lacosa più importante del governoMonti. Ha messo in sicurezza i conti.Tanto per intenderci, Macron inFrancia dovrà fare un Jobs Act e unaFornero: magari li farà meglio, opeggio, ma è una strada obbligata.La legge è stata importantissima enon la mettiamo in discussione.
Tuttavia vogliamo dare deglistrumenti ai penalizzati per risolverealcuni problemi: alcuni scaloni sono stati troppo forti, quelli coinvolti unpo’ rosicano, e giustamente. Io nonsono per mettere in discussione ilsistema, ma per usare il buon senso.Alla fine l`Ape ha funzionato e nonmette in crisi il sistema dal punto divista finanziario».

 

Parliamo di scuola, anzi di BuonaScuola. E’ una riforma che leisembra aver un po’ mollato. Haceduto all’impatto sui consensi?

«Abbiamo sbagliato. Non siamoriusciti a coinvolgere quel mondo.Molti professori ti danno ragione punto su punto e non sannonemmeno perché sono contro. Èstato usato un linguaggio non coinvolgente. Abbiamo fatto unadiscussione di un anno e non se l`èfilata nessuno: la campagna di ascolto non è passata. Rivendico i4,8 miliardi di euro messi perl`edilizia scolastica: le inaugurazioni le farà Gentiloni, ma va bene così».

 

Però sulle scuole aperte in estate ilprogetto del Miur, nato percontrastare la dispersionescolastica e favorire l`inclusione sociale, non prenderà il via primadi due mesi, e dunque questaestate nessuna scuola resteràaperta.

«Questo è un errore clamoroso, mifa arrabbiare e mi indigno anch`ioinsieme a voi. Penso a esperienze straordinarie come quella di PadreLoffredo alla Sanità, che hannobisogno di presidi fisici per concretizzarsi. La scuola ha bisognodel nostro impegno. Non ho mollatola scuola. Io ho perso il referendumal Sud e fra i giovani. Prendiamo attodegli errori e della lezione eripartiamo».

 

Questa ripartenza riguarderàanche la giustizia? E sicuro che lasituazione sia davvero migliorata?

«No, la svolta non c`è stata. Siamostati troppo timidi e il punto chiaverimangono ancora i tempi, specie nel civile. Ma sul tema c`è bisogno diun cambio culturale. Non è che se tiarriva un avviso di garanzia sei giàcolpevole. Trovo barbarico quantosostiene un magistrato comePiercamillo Davigo, per il quale un
cittadino assolto non è detto che siainnocente ma solo che non si sonotrovate prove per dimostrare la suacolpevolezza. Io ho grande rispettoper la magistratura, e per quellanapoletana in particolare, ma sullavicenda di mio padre andremo finoin fondo. Non accetteremo verità dicomodo. Io non mollo di un
millimetro. Se qualcuno nelleistituzioni ha fabbricato prove falseper tenere in mano il presidente del Consiglio, bisogna andare fino infondo e arrivare alla verità. Nonposso credere che, in quellaindagine, mio padre avesse titoloper essere intercettato. Sono certoche gli organi competenti, acominciare dal Csm, sapranno farele loro valutazioni. Io sono un po’ toccato da questa vicenda. Miopadre è in ospedale perun`operazione al cuore, per questomotivo, sarà lìfino a giovedì edomani andrò atrovarlo. Mavorrei dire chenon mipreoccupo inquanto figlio main quantopersona che haavuto degliincarichi istituzionali, econ le istituzionidemocratiche non si scherza. Io hol`opportunità di dire la mia, ma sono
tante le persone che non si possonodifendere. Noi siamo dalla partedella giustizia e non mettiamo in discussione i magistrati, ma se c`èchi non rispetta le regole, bisognafare chiarezza».

 

Oggi c’è la firma perla riqualificazione di Bagnoli.Nell’aprile dell`anno scorso venisteaccolti da una sassaiola inprefettura, domani invece ci saràanche il sindaco De Magistris, chesi era sempre opposto al piano.Cosa ne dice?

 

«Dico “viva il sindaco”, se qualcunocambia idea è segno d`intelligenza.Ora quel progetto diventa patrimonio condiviso con la città diNapoli. Non c`è un metro quadratoin più di cemento. Mettiamo la parola fine a una delle piùscandalose vicende procedurali eburocratiche degli ultimi vent’anni. Sarà un progetto per Napoli e per ilsuo futuro».

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