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Ricci: «Hanno vinto Lega e M5S. E spetta a loro governare»

Se l`aspettava unasconfitta così? In cinque anniavete perso sette punti…
«Non di tali proporzioni».

 

Lei ha una spiegazione?
«Le ragioni sono tante. Siamoin una fase storica in cui leforze riformiste arretrano inEuropa e in tutto il mondo. Ipartiti socialdemocratici sonoandati male ovunque. L`Spd èal 20%. Poi, sicuramente, abbiamofatto degli errori».

 

“Abbiamo” o “ha” fattoMatteo Renzi?
«Sarebbe sbagliato e autoconsolatoriodare tutta la responsabilitàa una persona sola.La sconfitta è di tutto il gruppodirigente. Chi ha maggioriresponsabilità se le è assunte,tanto che il nostro segretario siè dimesso. Ma bisogna fareun`analisi profonda sul perchéil buon governo non è stato percepito così dagli italiani e perché le parole d`ordine riformistesono minoritarie nelPaese».

 

Secondo lei perché?
«L`Italia sicuramente stamolto meglio di come stavaquando l`abbiamo presa. Ilproblema è che c`è una grandedifferenza tra i dati reali e lapercezione che ne hanno gliitaliani. Noi ci siamo sforzatidi snocciolare i numeri, maforse mancava fino in fondoquesta consapevolezza delloscarto tra i dati e la percezione. E l`opposizione su questoha avuto davanti una prateria. Poi c`è un`altra ragione».

 

Quale?
«Molti elettori secondo mehanno fatto questo ragionamentorispetto ai Cinque Stelle:”Proviamoli”».

 

Però nelle città dove eranostati “provati” non hannodato una grande prova.Eppure la gente li ha votati lo stesso. Perché?
«Il voto nazionale è una cosadiversa da quello locale.Tutti coloro che hanno trovatouna ragione di insoddisfazionein qualcosa, hanno vistonei Cinque Stelle qualcuno che poteva provare a cambiarequalcosa. E poi non dimentichiamoci
che l`elettoratonon è più quello di una volta».

 

In che senso?
«È molto più mobile: unavolta vota un partito, una voltaun altro. E c`è una differenzaenorme tra voto politico e amministrativo. Anche questa èla Terza Repubblica».

 

E ora cosa fa il Pd? Si ritirasull`Aventino e tanti saluti?
«Il dato uscito dalle urne ètalmente inequivocabile chec`è poco da discutere: gli italianihanno scelto chi deve governare:M5S e Lega. Ora spetta aloro. Ci sono milioni di italianiche aspettano la fiat tax, milionidi italiani che aspettano ilreddito di cittadinanza, cheaspettano siano espulsi 600milaimmigrati. Governino e faccianoquello che hanno promesso».

 

Ma se non ci fossero i numeriper formare un governo?
«Se metti insieme M5S e Legai numeri ci sono. Hanno abbondantementei 2/3 del Parlamento.Non fare un governocon questi numeri, è da irresponsabiliinnanzitutto neiconfronti di chi li ha votati. Ovvioche poi il presidente dellaRepubblica farà tutti i tentativipossibili. Ma sono i vincitoriche hanno la responsabilità didover dare vita a un governo».

 

Il Pd starà a godersi lospettacolo, insomma.
«Il Pd sta all`opposizione ealla direzione nazionale lo certificheremo. Il nostro compitoè un altro: ricominciare rimettendoinsieme i cocci. E per farlo,per ripartire, c`è bisogno diunità.

 

Chi può essere il leaderche fa ripartire il Pd dopoRenzi? Calenda, Gentiloni oZingaretti?

«Penso che un dibattito diquesto tipo sia allucinante. Epoi non vedo salvatori dellapatria. Abbiamo bisogno dianalizzare le ragioni dellasconfitta, di rimettere insiemei pezzi e poi di avviare una fasecongressuale nei tempi decisi
dallo Statuto».

 

Calenda non potrebbe esserel`uomo giusto?
«Sono molto contento chesia entrato nel Pd. Tutte le personalitàpronte a dare una mano,sono le benvenute. Peròevitiamo personalismi. Tuttiuniti, ma non acceleriamo.Adesso abbiamo il vicesegretario,Maurizio Martina. Starà alui guidarci fino al nuovo congresso».

 

La stagione di Renzi si èchiusa o potrebbe riaprirsi,magari più avanti?
«Reni ha vinto un congresso,ha vinto le elezioni europee,ha perso il referendumcostituzionale, poi ha rivintoun congresso e poi ha persoqueste elezioni politiche. Ha43 anni, non ne ha 83. Oggi hafatto un passo indietro, ma rimaneuna risorsa fondamentaleper il riformismo italiano,per il Pd. Ha innovato il riformismoitaliano come nessunomai prima. Ha fatti grandicose al Governo e ovviamenteanche degli errori».

 

Potrebbe ritornare allaguida del Pd?
«Non credo sia disponibile.Ma dobbiamo essere orgogliosidelle cose fatte, pur riconoscendogli errori compiuti. Lasua leadership avrà altre possibilitàe rimarrà protagonistaprincipale della strada nuovada costruire insieme».

 

E quando sbagli, gli equilibricambiano in fretta: la largamaggioranza renzianacomincia a scricchiolare….
«Penso che dobbiamo evitarequesto: dividerci tra chi stacon Renzi e chi no. In questasituazione sarebbe un erroregalattico. Dobbiamo pensareil nuovo centrosinistra nellaterza repubblica, il nuovo riformismonell`era dei populisti».

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