“Non possiamo sottovalutare il grido di allarme lanciato oggi dalle forze sindacali e dai lavoratori della scuola che hanno aderito allo sciopero. Va, con urgenza, aperto un confronto sul contratto collettivo già scaduto ed in corso di rinnovo, su quello per il triennio 2022-24 e sul decreto legge 36 all’esame del Senato”.
Così in una nota congiunta Manuela Ghizzoni responsabile  Università e Ricerca del Pd  e Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd. “Già una settimana fa”, proseguono le esponenti Dem,  “il Partito Democratico ha incontrato le forze sindacali per ascoltare le loro rivendicazioni dando continuità ad un confronto operativo avviato già durante la scorsa legge di bilancio. Dalle tante e diverse voci che si sono alzate a commento del decreto scuola e dal nostro convincimento che la formazione dei docenti è una delle leve per migliorare gli apprendimenti, che va quindi adeguatamente valorizzata, nascono gli emendamenti al decreto presentati dal Pd2”.
“In particolare, sottolineano  Manzi e Ghizzoni, chiediamo di modificare la fase transitoria, relativa ai requisiti per la partecipazione ai concorsi, per includervi gli aspiranti docenti già in possesso di 24 crediti formativi e per prevedere che i docenti precari con 36 mesi di servizio siano valutati sulla base di una lezione simulata. Rispetto alla formazione “incentivata” – al cui esito positivo deve corrispondere l’anticipazione dello scatto stipendiale – chiediamo che ogni aspetto dell’ambito contrattuale sia ad esso restituito e, per rispettare gli impegni del PNRR assunti dal Parlamento, sia perfezionato entro il 28 febbraio 2023 l’accordo tra sindacato e governo per una ipotesi condivisa dei percorsi di formazione. Da ultimo, ma non ultimo, concludono la responsabile Scuola e la responsabile Università e Ricerca,  il Partito Democratico chiede un impegno comune del Governo e di tutte le forze di maggioranza per assicurare le risorse necessarie al rinnovo del contratto e al decreto legge 36, lasciando alla scuola le eventuali risorse derivanti dal calo della curva demografica”.