
“Bene che il governo abbia chiesto ai relatori di ritirare l’emendamento rispetto alla proroga dell’invio di sostegni all’Ucraina. Noi avevamo chiesto che ci fosse un provvedimento ad hoc e ci sembra che il governo abbia compreso e chiesto ai relatori il ritiro in questi minuti”.
Lo ha detto la presidente dei senatori del Partito democratico, Simona Malpezzi al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.
“Da parte nostra tutta la disponibilità a lavorare con serietà sul tema come abbiamo sempre fatto”, ha aggiunto.
“Abbiamo chiesto il ritiro dell’emendamento col quale i relatori chiedono la proroga dei termini per la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell’Ucraina, perché ci sono almeno quattro profili di inopportunità tecnica, al di là degli aspetti di merito”.
Lo ha dichiarato il senatore del Pd Enrico Borghi, componente della commissione Esteri-Difesa di palazzo Madama. La proposta in discussione è stata successivamente ritirata, secondo quanto si è appreso, dai relatori.
“Anzitutto, l’emendamento – ha spiegato l’esponente democratico – sarebbe dovuto essere del governo, e non dei relatori, il quale dovrebbe far precedere questa scelta legislativa da una audizione dei ministri della difesa e degli Esteri qui al Senato per spiegare nel dettaglio motivazioni, implicazioni, aspetti specifici del provvedimento. In secondo luogo, in discussione generale i relatori non hanno fatto minimamente accenno alla possibilità di presentare tale emendamento, che avrebbe oggettivamente allargato la sede del confronto. In terzo luogo, il decreto legge parla di partecipazione del personale militare ad iniziative NATO, mentre qui si parla di un sostegno militare ad un paese extraNATO, oltre che di misure per il servizio sanitario in Calabria, creando un cortocircuito legislativo dal quale un tema delicato come l’aiuto all’Ucraina va sottratto. Infine, in queste ore la Camera sta discutendo degli atti di indirizzo su questa materia”. La richiesta di Borghi era che il governo chiedesse ai relatori di ritirare l’emendamento, oppure che si presentasse in Senato e per far precedere alla fase emendativa “una necessaria e indispensabile fase di indirizzo e dibattito”.