cella di un penitenziario
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“Sulle scarcerazioni ci sono state delle falle serie, inaccettabili, nel sistema che correggeremo anche con il decreto. Ma questo governo e il ministero della Giustizia hanno sin dall’inizio contrastato la mafia, con i fatti”. Lo afferma il responsabile giustizia dem, Walter Verini in una intervista a Il Dubbio.

Le opposizioni

Verini giudica manovrismo parlamentare quello delle opposizioni che chiedono le dimissioni del ministro Bonafede: “legittimo ma assolutamente sbagliato. In questo momento, invece che giocare al tiro al bersaglio con sfiducie individuali, sarebbe opportuno concentrarci tutti per contrastare di più e meglio le mafie, dentro le carceri e nel Paese. Mi sembra una mozione di sfiducia dal puro sapore propagandistico. Il Guardasigilli sta tentando il dietrofront via decreto, per riportare in carcere chi è stato messo ai domiciliari”.

“E’ evidente che nel sistema ci sono state delle falle: sono ai domiciliari persone il cui posto è in carcere e dovrebbero essere curate lì, nel rispetto dei diritti della persona. Dunque è giusto intervenire”, sostiene Verini, “però la questione va ricostruita dall’inizio: dalle prime rivolte in carcere a causa del virus in situazione di sovraffollamento, i detenuti sono diminuiti da 61mila a 53 mila. Questo è avvenuto in parte grazie anche al primo decreto Cura Italia, in cui era stata prevista una norma contro il sovraffollamento che però escludeva i detenuti per reati ostativi, per mafia, terrorismo e violenza di genere.

Nel decreto successivo è stato previsto che i magistrati di sorveglianza debbano chiedere il parere di Procura e Direzione nazionale antimafia per le richieste di domiciliari di detenuti per reati di mafia. Ora, poiché evidentemente ai domiciliari sono finiti anche detenuti che dovrebbero rimanere in carcere, stiamo predisponendo un decreto che vi ponga rimedio. Ma la falla non è responsabilità diretta né del governo né del ministro Bonafede”.

Ridisegnare il futuro

Riconoscendo che la Giustizia è tornata ad essere terreno di scontro politico, Verini sostiene che: “l’Italia dopo la pandemia sarà chiamata a ridisegnare il suo futuro su basi radicalmente nuove anche nella giustizia. Bisogna aggiornare il mondo della giustizia alle esigenze del Paese e i capi saldi sono legalità, trasparenza e velocità. Serviranno anche le nuove tecnologie come il processo da remoto, ma sempre garantendo, sul fronte penale, le garanzie del diritto di difesa. Serviranno grandi cambiamenti, non un ritorno alla normalità pre-coronavirus”.

Unire le forze senza divisioni

“Ma ricordo che il tema carcerario è molto ampio e diversificato e non si può esaurire col 41 bis. Su questo punto lancio un appello al mondo dell’antimafia: è il momento questo forse di fare quadrato, unendo le forze in questa fase così delicata per il paese, senza divisioni“.

Governo

Sulle possibili ripercussioni per la tenuta del governo, Verini  che un’unica strada  obbligata per il Paese, quella “che questa alleanza si rafforzi, trasformandosi da alleanza quasi per caso in alleanza fondata sulla condivisione dei progetti e dei programmi funzionali a un Paese nuovo. Questa maggioranza deve avere come interlocutore l’Italia intera, dando risposte anche inedite. A tenere insieme il nostro governo non è un contratto come quello che c’era tra 5 Stelle e Salvini, ma deve essere una visione comune, un’alleanza stabile che permetta di allargare gli orizzonti ed essere riferimento per l’italia che vuole ripartire”.