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Veronafiere, PD: “Nomine Sboarina sono sfregio istituzionale e sessista”

Nomine tutte al maschile per i vertici di Veronafiere: quello del Sindaco uscente della città scaligera, Federico Sboarina, non è solo uno sfregio al galateo istituzionale ma anche uno sfregio sessista. Le nomine operate sono, infatti, tutte maschili. Una chiusura alla realtà e una beffa alla democrazia paritaria. Un motivo in più per mandarli a casa”.

Così in una nota Cecilia D’Elia Responsabile Pari Opportunità nella Segreteria del Pd e Portavoce della Conferenza delle donne democratiche.

 

“Non ci sono parole per definire le scandalose scelte del sindaco Sboarina. Da settimane mi batto per scongiurare questo scempio, oggi sotto gli occhi di tutti. Un Consiglio di amministrazione composto di 7 membri, tutti uomini. Un Collegio sindacale composto di 5 membri, tutti uomini. Un organismo di vigilanza composto di 3 membri, tutti uomini. C’è del furore maschilista nell’osservare la voluta e ripetuta discriminazione nei confronti delle donne che caratterizza l’attuale assetto di Veronafiere. 15 posti tutti per soli uomini. Osservo con piacere che una battaglia da me promossa tempestivamente, viene fatta propria da molti, in città e nel Paese. Viene infranta la parità di genere senza alcun rispetto della norma europea che mette a repentaglio anche i contributi e i provvedimenti previsti solo per chi, in Europa, rispetta la volontà dell’Europa. Grave inoltre non aver aspettato il voto dei veronesi e, come sarebbe stato corretto, procedere alle nomine solo dopo l’insediamento della nuova giunta. Una arroganza che si spiega solo con il patto di potere fra le forze della destra”.

Lo dichiara il deputato democratico Gianni Dal Moro.

 

“Sulla nomina del nuovo CdA della Fiera di Verona abbiamo assistito all’ennesima prova dell’arroganza politica dell’amministrazione Sboarina e dei partiti che la sostengono. Con la Lega che ha fatto merce di scambio della candidatura a sindaco, accettando di sostenere Sboarina in cambio della presidenza a Bricolo.
Una pratica spartitoria inaccettabile tipica di chi predilige logiche di potere all’interesse generale, che in questo caso è ancora più odiosa perché esclude la rappresentanza femminile da un ente di primo piano per la città. La Fiera è chiamata nel prossimo futuro a prendere decisioni strategiche per la sua crescita che incidono su tutto il sistema Verona, non può essere il banchetto della spartizione politica. Era quantomeno opportuno aspettare fino a dopo le elezioni per procedere alla nomina del nuovo CdA. E non è vero che non si poteva aspettare, c’è già un precedente: per Expo Milano fu prorogato il consiglio dopo la scadenza elettorale”.

Lo dichiara in una nota la deputata Alessia Rotta.

 

“Sembra impossibile, ma per il sindaco Sboarina una città come Verona non ha donne all’altezza di far parte del Cda di Veronafiere. Le sue nomine sono un atto di arroganza verso le donne e verso la citta’, oltre a una mancanza di rispetto delle regole. Un atteggiamento inaccettabile a pochi giorni dal voto, una vera e propria scorrettezza che calpesta elettrici ed elettori di una citta’ che merita certo di meglio”.

Lo dichiara Francesco Boccia, responsabile Autonomie ed enti locali Pd.

 

“L’ultimo atto del sindaco uscente Sboarina e della sua giunta è semplicemente ridicolo, l’espressione di un sessismo ormai da medioevo. Nel 2022 il centrodestra riesce ad esprimere per i vertici di Veronafiere solo uomini. Non è solo uno schiaffo ai diritti delle donne, alla parità di genere e alla nostra Costituzione che rinnega ogni tipo di discriminazione, è anche un atto sciocco, un insulto al buon senso. Le donne hanno saperi e competenze e un punto di vista diverso che arricchisce ogni organismo, ente, amministrazione in cui entrano. E’ evidente dunque che non solo stata compiuta una scelta ingiusta e discriminatoria, ma crediamo che non sia stato fatto il bene dell’istituzione Veronafiere, prendendo una decisione segnata dalla povertà culturale, non al passo con i tempi”.

Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.

 

“Nomine tutte al maschile. Questa è la destra retriva e discriminatoria che Verona non si merita. Chiedo al sindaco Sboarina: è mai possibile non ci sia una donna che meriti di far parte dei vertici di Veronafiere? No, non è possibile. Quella che c’è, invece, è la volontà di una certa politica di escludere le donne dai ruoli apicali. Siamo più della metà della popolazione, siamo preparate, siamo capaci: non riconoscere il ruolo femminile, nelle posizioni di vertice dell’economia, dell’impresa, delle istituzioni, è una menomazione della democrazia che non fa bene neanche agli interessi del Paese”.

Lo dice la senatrice del Pd Valeria Fedeli.

 

“Neanche una donna nel rinnovo, in extremis, delle cariche a Veronafiere? Nulla di nuovo. E’ il frutto della visione proprietaria degli enti partecipati da parte del sindaco Sboarina e della sua maggioranza. E’ un chiarissimo esempio della cultura delle destre che la rappresentanza di genere neanche sa dove è di casa”.

Lo dichiara il senatore veronese del Pd Vincenzo D’Arienzo, segretario d’aula del Pd.

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