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Zingaretti: “Meno genericità, più fiducia”. Quattro punti contro l’agenda Tafazzi

“Il governo sta vincendo la sfida del contenimento del coronavirus, sta vincendo la sua sfida in Europa, sta dimostrando di avere pazienza e capacità di ascolto nel paese.

Ora però ci troviamo di fronte a un bivio cruciale, di fronte al quale la maggioranza deve capire che c’è solo una strada che si può imboccare. E quella strada è la strada non della gestione del presente ma dell’impegno verso il futuro”.

Così il segretario Pd Nicola Zingaretti in un’intervista a Il Foglio. Secondo il governatore del Lazio, ci sono alcuni dossier che sono aperti da troppo tempo e che andrebbero risolti.

“Penso alle linee del Mes senza condizionalità e sono convinto che questa opzione rappresenti una leva straordinaria per il rafforzamento della nostra sanità e su questo tema dobbiamo uscire in fretta dalle diatribe ideologiche. Penso al futuro dell’Ilva, da troppo tempo incerto. Penso poi anche ad Alitalia, oltre al caso Atlantia, e non è pensabile che un paese come il nostro non abbia chiaro, in una stagione delicata come quella che stiamo vivendo, che fine farà il suo principale vettore aereo”.

 

“Penso a tutto questo – sostiene il leader dem – ma penso anche a molto altro. E penso, per esempio, che a partire dal prossimo decreto semplificazione, che mi auguro possa avere una gestazione rapida, sia compito del governo dimostrare di essere entrato nella fase dell’uscità della genericità dei progetti. Serve concretezza. E, anche in vista dei progetti e degli obiettivi che dovremmo presentare sul recovery fund, serve mettere in campo anche lungimiranza”.

 

Zingaretti offre poi una sponda all’opposizione: “Non ne faccio un mistero: sono il sostenitore in questa fase di una operazione concordia e sono più che favorevole all’idea che in una fase difficile come quella che sta vivendo l’Italia la maggioranza di governo faccia di tutto per trovare dei punti di convergenza con l’opposizione.

Ci sono alcuni partiti che hanno mostrato disponibilità, e non solo sul Mes, e altri che la disponibilità invece non l’hanno ancora mostrata. Io sono favorevole ad aprire un tavolo e a provare a imboccare anche con le opposizioni un tratto di strada per costruire un percorso comune. Si tratta solo di scegliere se farlo o meno. E poi sono certo che i punti su cui ragionare e trovare accordi si troverebbero facilmente. E sono certo che anche seguendo questo percorso alla fine la storia ci premierà. Che aspettiamo?”.

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