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Bettini: “È il momento della grande politica. Il PD deve prendere in mano la bandiera di una sinistra umana”

Secondo lei Conte come sta gestendo la situazione?

«C’è chi nella tragedia soffia sul fuoco per calcoli politici, secondo me, del tutto sballati; chi cerca di lucrare qualcosa con un giro di valzer di maggioranze, di ministeri, di premier; e chi, infine, cerca di guidare la barca nella tempesta con serietà, passione e dedizione, come stanno facendo Conte e il suo governo. Ci vogliono decisione politica e ascolto della scienza, con una sola priorità: la difesa della vita degli italiani».

«L’ultima parola sui decreti sarà del Parlamento. È importante che sia così. Tuttavia manca una piena consapevolezza che ci confrontiamo con una delle più indecifrabili emergenze della storia moderna. Si deve operare dentro un quadro incerto; nel quale ogni errore costa vite umane e danni sociali e economici irreparabili. Siamo (questa volta sì!) in uno stato di eccezione, che comporta anche procedure eccezionali».

 

Matteo Renzi ha posto un problema di democrazia.

«Su questo ha risposto bene Zingaretti. La democrazia italiana è in pericolo se le disuguaglianze continueranno ad aumentare e se nelle prossime settimane, insieme alla ripresa produttiva, non saremo in grado di aiutare direttamente le famiglie in difficoltà, i poveri, gli anziani soli. Il prossimo decreto, su questo, deve destinare somme adeguate; è facile fare le “anime belle” quando non si hanno responsabilità dirette e si può agevolmente criticare e giudicare.

Vado, però, al sodo dei risultati di queste settimane. Il virus è in decrescita. Gli italiani hanno mostrato generalmente disciplina e solidarietà. E quindi fiducia nel potere pubblico. Le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese, delle famiglie e del potenziamento del sistema sanitario ammontano già a 76 miliardi. Il prossimo decreto ne vale altri 155 circa. C’è un ingente fondo per prestiti agevolati e garantiti alle imprese. Ci siamo battuti bene in Europa con Gualtieri, e da lì potrebbero arrivare 35 miliardi senza condizionalità per spese sanitarie dirette e indirette legate al coronavirus. Questa è la dimensione dello sforzo messo in campo». Comunque si continua a parlare di un altro governo…

 

«Direi, in modo drastico, che non esiste lo spazio morale, oltre che politico, per ordire trame e ribaltare l’esecutivo. Chi concretamente dovesse tentare queste strade fallirebbe e ne risponderebbe alla nazione. Possibile che dobbiamo rimestare anche in queste ore difficili nella “piccola” politica, quando invece dovrebbe essere il momento della “grande” politica, che riflette, azzarda vie nuove, scommette su un futuro diverso? Non è l’ideologia ma uno stato di necessità che impone il cambiamento».

 

Cosa propone?

«Non ho ricette. Ma di una cosa sono sicuro: non si può continuare a essere subalterni a un capitalismo cieco e disumano; al disprezzo per l’ambiente e la salute del pianeta; all’idea selvaggia e autocentrata che i poveretti sono un effetto collaterale dello sviluppo con cui convivere tranquillamente. Il Pd deve prendere in mano la bandiera di una sinistra umana. E sono sicuro che lo saprà fare. Il virus ha dimostrato di poter fermare e distruggere tante cose materiali; compreso il nostro corpo. Ma non il nostro spirito libero, che a certe condizioni può modificare impositivo il corso della storia. E in atto un ampio dibattito in campo culturale.

 

Occorre immaginare un altro modo di vivere, di relazionarsi, di cooperare. Perché davvero la pandemia ci ha detto che siamo sulla stessa barca. Tronti, in un bellissimo saggio, ha invocato, citando Bloch, una “utopia concreta.

Si può da subito praticare: risvegliando le coscienze, una per una, e ingigantendo la riserva di umanità in ognuno di noi. Condizione per ogni balzo in avanti di civiltà».

 

L’intervista completa sul Corriere della Sera

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