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Bonifazi: ecco perché è stato giusto abolire il finanziamento pubblico

I cittadini “hanno voluto dare un voto positivo con il 2 per mille al sistema trasparenza, chiarezza e parsimonia con cui il partito ha gestito risorse esigue rispetto agli anni precedenti: non abbiamo neppure prodotto debito, cosa che in passato era accaduta”.

 

È quanto afferma Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, in un colloquio con Il Foglio.

 

Abbiamo spiegato in modo chiaro e analitico quello che il Pd ha fatto nell’ultimo anno” prosegue Bonifazi “a partire dalla legge del finanziamento pubblico ai partiti, nella convinzione che se la politica chiede sacrifici ai propri cittadini il primo sacrificio dev’essere il suo”. A fronte della riduzione drastica delle entrate, dieci milioni del finanziamento pubblico, e la perdita ereditata di 10,8 milioni di euro “il bilancio del 2014 si è chiuso con un piccolo utile di 168 mila euro, senza dover ricorrere alle risorse provenienti dagli ammortizzatori sociali”.

 

Un risultato ottenuto, chiarisce il tesoriere, con il taglio “del 70 per cento dei costi per servizi e forniture” ma anche di “alcuni costi che attengono alla politica”: eliminato lo ‘stipendio’ per i membri di Segreteria Pd, compresi quelli che risiedono in parlamento e l’uso delle auto blu “in favore del taxi pagato di tasca propria”.

 

Oltre il risultato economico, ricorda Bonifazi c’è “la promessa mantenuta” della riapertura dell’Unità “quotidiano simbolo della sinistra italiana e soprattutto patrimonio culturale di tutti gli italiani” e “l’implementazione di forme di fundraising mai sperimentate in Italia in quelle dimensioni, vedi le cene di finanziamento”.

 

A conclusione del colloquio Bonifazi afferma che l’unico modo per convincere un cittadino a finanziare un partito senza favorire i fantomatici ‘ladri’ è quello di “riconsegnare credibilità alla politica”.

 

“Siamo stati eletti per scegliere e attuare un programma. Se lo facciamo, la politica si accredita come strumento utile. Diversamente, il cittadino sospetta che sia soltanto un modo per ingrassare le classi dirigenti in Parlamento e o negli enti locali, e si allontana indiscriminatamente da tutta la categoria”.

 

Leggi l’intervista completa su Il Foglio.it

 

Approfondisci il tema del finanziamento pubblico ai partiti

 

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