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Cuperlo: «Se il PD cerca le larghe intese sega le sue radici, sarebbe un incubo»

GianniCuperlo non pare affatto tranquillosulla piega presa dal dibattito sulla legge elettorale. Il suo timore è che il Pd e Renzi stiano optando per ‘un sistema che, abbandonando ogni vocazione maggioritaria e ulivista, ostacoli di fatto la creazione di una coalizione di centrosinistra a favore di un’intesa con Berluscóni.

 

Onorevole Gianni Cuperlo, cosa sta succedendo sulla legge elettorale?
“Sto ai fatti. In commissione alla Camera abbiamo votato come testo base la proposta del Pd, 50% collegi maggioritari e l`altro 50% proporzionale. L`assemblea del gruppo ha ratificato questa base di partenza. Detto ciò il pregresso della legislatura pesa e molto. Prima si è scelta la via irresponsabile del voto di fiducia su una legge iper maggioritaria che la Corte Costituzionale ha bocciato in punti di sostanza. Adesso è un dovere cercare sulle regole il consenso più largo chiudendo la stagione delle leggi elettorali cucite come abito di sartoria per questo o quel partito. Lo ripeto, la proposta del Pd è un passo avanti rispetto al modello dei capolista bloccati e del cosiddetto Legalicum, lo è anche rispetto alla proposta che io stesso avevo depositato. Ora si può lavorare per migliorarne singole parti e rafforzando l`incentivo alle coalizioni”.

 

Ma il Pd sta davvero pensando a un accordo con Forza Italia sul sistema tedesco o è solo una mossa tattica per convincere gli scettici a votare il Rosatellum?
“Sarebbe uno strappo profondo, il Pd è nato sull`onda di una vocazionemaggioritaria e dall`Ulivo in avanti abbiamo difeso le ragioni del bipolarismo e dell`alternanza. Transitare da una proposta dove si vuole salvaguardare un incentivo alla governabilità a un proporzionale puro può innescare due conseguenze. Può rompere il Pd perché si segherebbe una delle sue radici e può offrire ai Cinquestelle, e non solo, l`argomento principe di una campagna elettorale costruita attorno al grande ingannodi un governo di larghe intese nella prossima legislatura. Il tutto con buona pace del centrosinistra. Come definire tutto questo? Un incubo dal quale prima ci si risveglia meglio è”.

 

Come potrebbe spiegare Renzi agli elettori, dopo avere tanto insistito anche di recente sul “sistema che garantisce governabilità”, una svolta proporzionalista?
“Come la spiegherebbe lui non lo so, per me conta di più come la leggerebbero milioni di elettori. E` facile prevedere che molti non applaudirebbero al passaggio da una maggioranza con Alfano come risposta a uno stato di necessità a una possibile maggioranza con Berlusconi come scelta strategica. Lo dico anche perché se alziamo lo sguardo all`Europa forse è più facile capire che siamo entrati in un tempo dove gli elettori non sono più dei fedeli obbedienti ma ai loro partiti chiedono chiarezza, coerenza, lealtà. Basta bussare ai socialisti francesi per avere conferma”.

 

L’ex premier Romano Prodi, Giù liano Pisapia, il ministro della Giustizia Orlando, sono in allarme. Lei condivide i loro timori?

“Sulla legge elettorale condivido le loro preoccupazioni. Aggiungo che il mio allarme oggi è la paura di vedere compromessa la sola prospettiva che può aggredire il dramma di un Paese segnato dalla crisi come nessun altro inEuropa. Quella Prospettiva era e rimane un ceritrosinistra largo, civico, inclusivo. Poi vedo tutte le difficoltà dell`impresa. Ma vedo anche una potenzialità enorme che vive
fuori da noi. Quel corteo imponente sabato a Milano era la fotografia bellissima di un popolo che esiste, resiste e reagisce ma che da tempo non trova in un campo unito la risposta che vorrebbe sentire per i propri ideali”.

 

Quanto conta, oggi in quel quadro, il ruolo che si è ritagliato Pisapia?
“Su questo piano il ruolo di Pisapia è prezioso, ma oltre a lui servono generosità e passione. Se il linguaggio dentro il perimetro necessario di quel nuovo centrosinistra resta infarcito di pregiudizi reciproci e insulti, da questa lunga notte non si potrà uscire. In questi anni io credo di avere sempre detto ciò che pensavo, a volte ho espresso critiche anche severe. Ma oggi davanti al rischio che si spenga la luce sul patrimonio più prezioso che abbiamo, si chiami Ulivo o Campo Progressista o nuovo centrosinistra, credo che tutti dovrebbero sentire una responsabilità più alta del destino dei singoli. E il Pd come partito più grande una responsabilità maggiore di altri”.

 

Secondo lei i voti sul Rosatellum in Senato si possono trovare? oppure verso quale epilogo si va?
“Non ho la sfera di cristallo. So però quantoconta la volontà politica e quindi non è irrilevante se il Pd sceglie di rilanciare una coalizione costruitaattorno a un`idea di futuro per questo Paese e non attorno al potere per il potere”.

 

Che ascolto ha trovato la sua proposta di un referendum sul tema delle future alleanze del PD?
“Ho ripreso una proposta fatta daAndrea Orlando e che può aiutare
tutto il Pd a recuperare la sua naturae vocazione. Ma come si fa a non vedere che tanti se ne sono andati e altri potrebbero farlo a meno che il disegno su cui questo partito è nato non trovi il modo per rigenerarsi? Toccherebbe innanzitutto a Renzi farsi carico di questa spinta. Però tocca a tutti noi convincere che un’alternativa è ancora possibile. Per me il Pd non è una chiesa ma un progetto e se cambia la sua natura vengono meno le ragioni di una scelta. Per questo serve che un movimento per il centrosinistra si faccia sentire, fuori e dentro il Pd. Io mi sento impegnato su questo”.

 

Si respira aria di elezioni anticipate. Finirà con il voto a settembre e le larghe intese?
“Quando si voterà non lo so. So che un`altra stagione di larghe intese potrebbe condannare il Pd all’implosione. Ma soprattutto non avrebbe la forza di aggredire le riforme che servono per portare l`Italia fuori dalla crisi peggiore della sua storia recente”.

 

La soglia del 5% non è accettabile per Alfano. Il rischio concreto se non si modifica è che salti il governo?
“Ho detto che serve una buona legge che tenga assieme governabilità e rappresentanza. Lo penso nell`interesse della nostra democrazia, non di questo o quel partito. Quanto alla sorte del governo dipende da tante cose. Mi permetto di dire soltanto che considero un punto d`onore di questo Parlamento licenziare il reato di tortura prima che questa legislatura finisca”.

 

Le è dispiaciuto non essere entrato in direzione?
“Non sono entrato in direzione?”

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