Sul piano cartesiano del Pd Ettore Rosato, oggi vicepresidente della Camera, occupa una delle posizioni più vicine all’asse di Matteo Renzi. A lui chiediamo un primo giudizio sullo stato del dibattito nel Pd.
Iniziamo dalla candidatura Zingaretti. Che ne pensa?
«Siamo sulla strada buona che è quella del congresso e di una ripartenza del Pd dopo lo scossone del post elezioni. Zingaretti farà la sua battaglia ma credo ci sia la necessità di non perdere la spinta riformista di cui il Pd è stato protagonista».
Gli sta dando del “nobile conservatore”.
«Nessuna polemica. C’è bisogno di guardare avanti con energia e fiducia e rivolgendosi ad un elettorato ampio, quello che ci ha votato alle europee 2014 e che poi abbiamo perso per strada».
Niente abiure, dunque?
«Ci mancherebbe, bisogna imparare dagli errori, i protagonisti della scorsa stagione del Pd sono stati tanti. E comunque la cosa più importante è che al nostro interno non si riproduca l’errore per cui il primo nemico era il segretario del Pd e non quelli che oggi sono andati al governo anche sull’onda di quelle lotte intestine».
Minniti si candiderà?
«Potrebbe rappresentare al meglio quella spinta di cui parlavo».
Su quali contenuti si qualificherebbe una candidatura Minniti?
«C’è bisogno di allargare il Pd, non con la somma di qualche piccola forza politica ma andando a guardare a quelle esperienze sociali che oggi cercano casa perché estranee allo stile e ai contenuti di questo governo ma che non si fidano ancora di noi».
Ma gli italiani, in particolare quelli del Sud, il 4 marzo hanno votato contro il personale politico locale raggruppato intorno al Pd?
«Nel Sud la strada da fare è più lunga. Il tema rafforza la valenza dell’eventuale candidatura di Minniti, uomo del Sud che conosce potenzialità e problemi di quella terra».
Qual è l’errore più grosso che sta commettendo il governo giallo-verde?
«Sull’economia siamo di fronte a irresponsabilità oltre che incompetenza. Non solo stanno mettendo a rischio i sacrifici di questi anni ma anche i risparmi degli italiani. Abbiamo già buttato via qualche miliardo in interessi passivi ma per ora lo sappiamo noi e chi tiene la contabilità dello Stato. I cittadini scopriranno presto che ci saranno più tasse da pagare e meno servizi di cui usufruire».
L’altro ieri il presidente della Bce, Mario Draghi, ha usato la parola “compromesso”.
«Draghi fa la sua parte per spingere al dialogo. Ma con i “me ne frego” dei numeri e dell’Unione Europea che Salvini e Di Maio continuano a dire in coro mi sembra ci siano le premesse per un vero disastro».
Nel Nord è però emersa una certa preoccupazione dei ceti produttivi
«Logico: la Lega ha tradito se stessa e sta dando una risposta assistenzialista ai problemi italiani cui la base produttiva del Paese non è abituata. C’è bisogno di dare strumenti e servizi a chi ne ha bisogno, non sussidi a pioggia».
Perché i borbottii di malessere non vengono intercettati dal Pd?
«Perché il Paese è ancora in luna di miele con il nuovo governo e perché Salvini continua a soffiare sulle paure di chi si sente insicuro. Ma stanno portando l’Italia su una strada pericolosa e la bolla comunicativa di M5S e Lega non durerà per sempre».
