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Martina: periferie e scuole devono diventare frontiere antifasciste

Domani una manifestazione a Como, «una piazza ampia e senza bandiere». Poi «un nuovo impegno antifascista nelle scuole e nelle periferie». Infine «lo scioglimento di queste organizzazioni xenofobe e intolleranti». È questo lo schema che ha in mente il vicesegretario del Pd Maurizio Martina.

 

Giovedì una manifestazione intimidatoria sotto la sede di Repubblica. Qualche giorno prima l’irruzione nell’associazione che aiuta gli immigrati. Come reagire? «Sono atti intollerabili. E non è possibile che passi quest’idea di normalità. Per questo domani saremo in piazza a Como».

 

Una manifestazione antifascista. Un primo passo?

«Serve una reazione popolare ai tanti fatti di questi mesi. Noi non vogliamo sottovalutare eventi del genere».

 

A dire il vero c’è anche chi derubrica intimidazioni di matrice neofascista ad azioni quasi goliardiche.

«Chi parla di “quattro ragazzi”, come fa Salvini, fa finta di non vedere la pericolosità di questa dinamica. Dimentica che è solo l’ultima onda di eventi che si ripetono in Europa da tempo. E non vuole considerare quanto può accadere anche in Italia da qui a poco. E il momento di rompere la cappa di conformismo che alcuni vorrebbero garantire. I segnali sono chiari».

 

E dicono anche che è arrivato il momento di sciogliere queste organizzazioni neofasciste?

«Condivido quanto detto dal ministro Orlando, ci sono gli elementi per sciogliere queste organizzazioni. A questo va affiancata una riflessione sul riscatto sociale. Vuole un esempio positivo? Il quartiere Ortica di Milano: lì l’impegno sulla memoria si è trasformato in un lavoro anche di riorganizzazione urbana. E quando alcune di queste forze neofasciste hanno attaccato e distrutto i murales della memoria, la cittadinanza ha reagito immediatamente ricostruendoli».

 

Ci sono gli elementi per sciogliere queste organizzazioni. A questo va affiancata una riflessione sul riscatto sociale

 

Non sarebbe il caso anche di dare un segnale approvando proprio lo Ius soli?
«Riconfermo il nostro impegno totale sulla frontiera dei diritti, dal biotestamento allo Ius soli. E una battaglia difficile, ma che vogliamo combattere fino in fondo. E poi c’è un’altra sfida che giudico fondamentale».

 

Dica.

«L’evento di sabato sarà solo il punto di partenza. Penso alle periferie e alle scuole: devono diventare due frontiere antifasciste. Dobbiamo coordinare un’iniziativa contro chi solletica l’odio. La nostra generazione è cresciuta vedendo i filmati in bianco e nero sul fascismo. Tutto è cambiato. I ragazzi di oggi incontrano nuove forme di intolleranza e xenofobia sulla rete o su Facebook: dobbiamo iniziare da loro».

 

Ma cosa fare nelle scuole?

«Ho in testa Calamandrei. Diceva che bisogna tornare a insegnare la storia dei fratelli Cervi agli studenti. Ecco, penso alle scuole come palestra di lotta all’intolleranza. Se oggi dovessi provare a spiegare il fascismo a un ragazzo di 14 anni, proverei a raccontarglielo partendo dal bullismo, che è una forma di sopraffazione e intolleranza».

 

Bisogna tornare a insegnare la storia dei fratelli Cervi agli studenti. Ecco, penso alle scuole come palestra di lotta all’intolleranza

 

E la sinistra? Ha sbagliato qualcosa, in questi anni, ha peccato di pigrizia?

«Se qualcuno tra noi ha banalizzato o semplificato, è giusto rifletterci. Dobbiamo ripartire. Il Pd è impegnato in prima linea. Penso ad esempio alla legge Fiano approvata in questa legislatura».

 

A proposito di sinistra: la manifestazione di Como sarà unitaria o vi dividerete ancora, Martina?

«Le adesioni sono tante. La piazza sarà senza simboli o bandiere. Parteciperanno le organizzazioni sociali e sindacali, l’Anpi. E ancora, l’Arci e molte forze di sinistra: dal Pd a Campo progressista, Mdp e socialisti».

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