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Martina: “Siamo pronti per costruire un progetto aperto, alternativo agli estremismi di Salvini e di Grillo”

«Siamo pronti per costruire un progetto aperto, alternativo agli estremismi di Salvini e di Grillo, che coinvolga personalità come Pisapia e Calenda ed energie oltre il Pd». Maurizio Martina, vicesegretario del Pd e ministro alle Politiche agricole, si prepara alla ripresa politica.
 
Il centrodestra accelera il processo unitario. E voi?
 
«Abbiamo davanti settimane fondamentali per costruire un’alternativa forte agli estremisti. Non possiamo consentire che l’Italia venga governata da Grillo e Salvini».
 
E dunque?
 
«Dunque senza il Pd non si sconfiggono questi avversari. Lo sforzo deve essere quello di costruire una proposta forte, larga, aperta, per scongiurare questa deriva estremista. Unire, attorno al Pd, un fronte che va dalla sinistra dei diritti di Giuliano Pisapia al riformismo di Carlo Calenda, fino a un’area moderata alternativa al centrodestra».
 
Non ha citato né Bersani né Vendola.
 
«Non metto veti sulle persone, mi interessa la sostanza del lavoro comune. Ma ho citato chi in queste settimane ha cercato di interpretare un confronto con il Pd cooperativo e non divisivo. Non c’è bisogno di competizione ma di collaborazione».
 
Non ha citato neanche Alfano. Eppure in Sicilia lavorate per andare al governo insieme.
 
«Anche sul versante siciliano è giusto lavorare con spirito aperto. A Palermo, come in altre realtà, ci sono state esperienze amministrative vincenti di centrosinistra con mondi civici e moderati».
 
Questa collaborazione potrà avere riflessi nazionali?
 
«Intanto è importante per la Sicilia, per non consegnare quella regione a una deriva a 5 Stelle o alla vecchia destra».
 
Ma non è esclusa un’interlocuzione con Alfano per la prossima legislatura?
 
«Quando penso a un progetto aperto, capace di raccogliere intorno al Pd il riformismo moderato alternativo alla destra, oltre alla sinistra dei diritti, penso a tutte le forze che possono condividere il programma di governo. Sarà fondamentale anche il passaggio della legge di Stabilità».
 
Che legge di Bilancio sarà?
 
«Innanzitutto dobbiamo rivendicare i risultati di questi anni che hanno portato l’Italia fuori dalla crisi, pur sapendo che c’è ancora tanto da fare. Dobbiamo lavorare a una legge di Bilancio fortemente sociale. Dare priorità all’occupazione giovanile, anche con il taglio permanente del costo del lavoro per i neo assunti. Bisogna rafforzare il reddito di inclusione, mettere mano ai centri per l’impiego, consolidare l’Ape sociale e far partire quella volontaria. Conterà anche la capacità di condividere queste scelte».
 
E la legge elettorale? Siete fermi al palo.
 
«A settembre vedremo se ci sono le condizioni per intervenire, insieme ai partiti più importanti. Ma il tema del progetto per me rimane centrale con qualsiasi legge elettorale, anche con questa. Se diciamo che c’è il rischio di una deriva estremista, dobbiamo muoverci di conseguenza».
 
Merkel ha chiesto a Berlusconi rassicurazioni contro la deriva populista.
 
«C’è un’ambiguità evidente di Berlusconi. Un giorno rassicura la Merkel e l’Europa che fermerà i populisti, il giorno dopo ci si allea. Le due cose non stanno insieme. La verità è che Berlusconi tiene un piede in due scarpe ed è ostaggio di Salvini e della sua leadership oggettiva».
 
Lo Ius soli resta l’incognita di fine legislatura: sarà abbandonato o insisterete?
 
«Il nostro obiettivo è quello di arrivare presto a una legge per la cittadinanza dei bambini nati e cresciuti qui. È un obiettivo da riconfermare».
 
Sarà messa la fiducia?
 
«Vedremo, non tocca a me dirlo. Io dico con convinzione che questa è una legge giusta».
 
C’è chi dice che con il terrorismo alle porte, non è il momento.
 
«Non sono d’accordo. L’avanzamento delle regole di cittadinanza, dei diritti e dei doveri, sono una risposta forte anche contro le paure e le insicurezze di questo tempo».

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