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Misiani: “La manovra del governo è iniqua, si può fare di più per gli extraprofitti”

Sintesi dell’intervista di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera

 

“Sono tre i motivi per cui la manovra del governo è iniqua dal punto di vista fiscale: le tante norme di condono; l’estensione della fiat tax da 65 a 85 mila euro di ricavi che avvantaggerà una piccola minoranza di contribuenti allargando ulteriormente il divario di tassazione tra autonomi e dipendenti; il taglio del cuneo fiscale solo per un anno, che è nettamente insufficiente rispetto a una perdita di potere d’acquisto degli stipendi superiore a io punti percentuali”, inzia così Antonio Misiani, responsabile economia in segreteria nazionale del PD, la sua intervista la Corriere.

E continua: “Noi abbiamo proposto di correggere fortemente l’impianto della legge di bilancio, rinunciare a una serie di misure bandiera permetterebbe di recuperare miliardi di euro. Fare seriamente la lotta all’evasione fiscale aumenterebbe di parecchio le previsioni di entrata e queste risorse aggiuntive permetterebbero di rifinanziare in modo più consistente la sanità, di accrescere il taglio del cuneo fiscale e di mantenere invariati i fondi contro la povertà che invece questo governo taglia drasticamente”.

“Manca una visione di medio periodo per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici: ci sono degli obiettivi europei sul risparmio energetico degli edifici che rendono necessaria una strategia almeno al 2030, che però è totalmente assente”.

Misiani sul reddito di cittadinanza: “Nella manovra non c’è una riforma, il reddito viene semplicemente abolito senza dire da che cosa verrà sostituito e le risorse disponibili contro la povertà vengono ridotte del 20 per cento. In una fase in cui la recessione produrrà più disoccupati e più poveri è un grave errore”, e chiude: “L’altro aspetto su cui noi siamo molto critici è il rilancio dell’economia. C’è una pericolosa cappa di incertezza che grava sul Pnrr. O il governo fa scelte chiare su questo versante oppure rischiamo di ritrovarci nel 2023 nei guai fino al collo con il rischio di perdere risorse e opportunità per l’Italia”.

 

Intervista integrale sul Corriere della Sera

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