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Referendum, Zingaretti: “Ora la nuova legge elettorale. Le nostre condizioni per il Sì al referendum”

“Sosteniamo da sempre la riduzione del numero dei parlamentari e per anni abbiamo presentato proposte di legge in questo senso. Tuttavia per votare Sì e far nascere il governo abbiamo chiesto modifiche circa i regolamenti parlamentari e una nuova legge elettorale, per scongiurare rischi di distorsioni nella rappresentanza e tutelare adeguatamente i territori, il pluralismo e le minoranze.

Tutta la maggioranza ha sottoscritto questo accordo, ora faccio un appello affinché sia onorato. Questo permetterebbe anche di interloquire con i tanti dubbi e le perplessità che stanno crescendo; soprattutto in riferimento a una insopportabile campagna in atto all’insegna dell’antipolitica.

Naturalmente il Sì va considerato solo un primo passo, in sé insufficiente di una riforma complessiva del bicameralismo e dell’insieme dell’attività legislativa.

Come vede, pur nel pieno rispetto dell’autonomia di coscienza di ciascun cittadino, mi impegno a costruire le condizioni più ragionevoli alla scelta del Sì”.

 

Così il segretario del PD, Nicola Zingaretti, intervistato da Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera.

 

“Naturalmente accanto a questo c’è la priorità del lavoro, della scuola, della crescita. Confido che si possa aprire tutti assieme una fase nuova dove la politica diriga i grandi processi di trasformazione in corso e non li subisca.

Penso alla qualità dei progetti da realizzare con le risorse del Recovery fund, alla necessità di una nuova e coordinata politica industriale, alle priorità da indicare sul Fisco, alla necessità di un intreccio equilibrato tra l’intervento pubblico e quello dei soggetti privati sul tema della rete unica.

Con una ambizione, lasciare ai giovani un’Italia e un’Europa migliore di quella che abbiamo trovato”.

 

Elezioni regionali. “Quello che cambierà sicuramente in meglio o peggio, sarà la vita dei cittadini delle Regioni investite dalla consultazione elettorale, per questo ovunque combattiamo per vincere”.

 

Possibili alleanze. “La caduta di un veto pregiudiziale da parte del Movimento 5 Stelle su possibili alleanze nei territori è un fatto positivo, poi come hanno giustamente ricordato Sala, Nardella e altri, saranno i territori a decidere. Se al pronunciamento sono seguite rigidità e incoerenze, è un problema degli altri. Abbiamo, però, candidature e alleanze competitive ovunque. E nella società il Pd è il pilastro della battaglia contro la destra sovranista”.

 

Dopo le regionali. “Come abbiamo annunciato da tempo apriremo un grande dibattito sul futuro dell’Italia, a prescindere dal risultato che riusciremo a ottenere e che riguarda il Pd, l’insieme dell’alleanza e anche il governo nazionale. Il Pd si candida a guidare con spirito unitario la transizione a un’altra Italia. Quando ci si chiede cos’è il Pd, io rispondo: il Pd è la garanzia e il motore affinché le cose cambino in meglio. Quello che abbiamo fatto fin qui è stato importantissimo. Abbiamo gestito la pandemia e rafforzato il nostro rapporto con l’Europa che sta cambiando. Tutto questo lo abbiamo guadagnato sul campo. Ora occorre, se intendiamo continuare insieme a dare una guida alla Repubblica, mettere in campo una progettualità e una visione più forte”.

 

“Abbiamo deciso con Italia viva, Leu e 5 Stelle di governare l’Italia per tutta la legislatura. È dunque un’alleanza che ha delle ambizioni politiche e una missione da realizzare. Tale alleanza si verifica ogni giorno nei processi reali. Occorre una maggiore concordia e la rigorosa verifica della bontà delle nostre decisioni. D’altra parte noi l’abbiamo detto mille volte. Crediamo al governo, vogliamo collaborare meglio con i nostri alleati, ma restiamo convinti che è giusto assumersi responsabilità e gestire il potere solo fino a quando tutto questo risulta utile all’insieme della nostra comunità”.

 

Scuole. “Da luglio abbiamo chiesto al governo un coordinamento interministeriale. Ritengo sbagliato ogni atteggiamento polemico o insofferente rispetto al mondo della scuola, che deve essere coprotagonista in questa prova difficile. Lo stesso calendario che si è costruito, che prevede un’interruzione delle lezioni subito dopo l’apertura, mi appare problematico. Avevamo suggerito di organizzare in tempo luoghi alternativi per svolgere le elezioni e il referendum“.

 

Mes. “Non abbiamo mai smesso di porre questo tema. È parte del progetto che abbiamo per la crescita e il benessere che hanno assoluto bisogno di una linea di finanziamento enormemente più favorevole rispetto alle altre possibili”.

 

“Il Pd prende atto che il cammino di una nostra ripresa è in atto e che per non soffocare la vocazione maggioritaria in un isolamento borioso e stizzito occorre saperla esprimere, in un processo, seppure tumultuoso, che si realizza nel Paese, che conta, influenza e allarga. Quando si dice che questa linea sarebbe la rinuncia a una grande forza democratica e riformatrice e la subalternità agli altri, si dice una cosa non vera. Evidentemente non vera. Noi cresceremo se la nostra proposta politica al Paese potrà marciare, anche con mille difficoltà, ma nella dimensione reale. Che allo stato attuale presuppone, non l’isolamento, piuttosto la sfida unitaria con gli altri. A livello nazionale e parlamentare con altri soggetti politici nei territori con tante forze civiche, associative o valorizzando la straordinaria forza dei sindaci e amministratori”.

 

Intervista completa sul Corriere della Sera

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