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Gori: “Senza una vera alleanza perderemo ancora”

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo del Pd e candidato del centrosinistra a sfidare Roberto Maroni alle Regionali in Lombardia, dopo il voto in Sicilia lancia un appello a Matteo Renzi: «Cerchi il modo per costruire un’alleanza più estesa possibile. La Sicilia ci ha insegnato questo. Si sono fatti errori in questi anni e gli errori si pagano».
 
Sta dicendo che Renzi dovrebbe farsi da parte?
 
«Non è il caso di tirare per la giacchetta il segretario. Nel nostro partito ci sono le sedi opportune per discutere, ma se non vogliamo regalare il Paese e la Lombardia al centrodestra si devono ritrovare le ragioni dell’unità».
 
Per ritrovare questa unità, Renzi dovrebbe annunciare la candidatura a premier di Gentiloni?
 
«Gentiloni ha fatto egregiamente il premier in questi mesi. È certamente tra le carte che il centrosinistra può spendere. Oggi lo statuto del Pd dice che il segretario è anche il candidato premier. Si parte da li per confermare e rivedere questa norma».
 
Andrebbe rivista questa norma?
 
«Lo decide la direzione, ma per un partito di governo l’obiettivo di vincere le elezioni è una cosa scontata».
 

Renzi cerchi il modo per costruire un’alleanza più estesa possibile. La Sicilia ci ha insegnato questo


Dopo il risultato della Sicilia, anche la sua sfida a Maroni in Lombardia sarà più difficile?
 
«Non penso. Maroni non è uscito rafforzato dal risultato del referendum del 22 ottobre. La risoluzione che ieri è stata votata quasi all’unanimità dal Consiglio regionale lombardo non parla più di statuto speciale e ha accantonato completamente gli aspetti propagandistici. È un buon inizio».
 
Tratterà con il governo insieme a Maroni?
 
«Se l’Anci indicherà il mio nome, andrò volentieri. Perché è stato raggiunto un risultato serio».
 
In Lombardia, come in Sicilia, Mdp vuole correre da sola e non si riconosce nella sua candidatura.
 
«La Lombardia non è la Sicilia e sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di trovare una forte e solida convergenza sul programma. Non ci sono divisioni e la Sicilia ci ha confermato che quando si è divisi si è più deboli. Dopo 23 anni di sconfitte, sarebbe un grave errore non restare uniti».
 
Si dice che lei punterà agli elettori moderati.
 
«In Lombardia, la somma degli elettori di entrambi gli schieramenti è 3,5 milioni. Ce ne sono altri 4,5 che o non votano più o sono sfiduciati. Se vogliamo vincere, dobbiamo riportare a votare questi elettori e conquistare anche chi in passato a votato centrodestra. Se no, perdiamo».

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