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“Un Congresso delle idee aperto al Paese”

“È arrivato il momento di fare un bilancio. Siamo riusciti con un miracolo politico a formare un governo, superando anche certi attendismi. Abbiamo vinto in Emilia Romagna, qualche tempo fa non sarebbe stato una notizia, ma oggi lo è”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha aperto il suo intervento alla Direzione nazionale del partito.

“Questa vittoria è il frutto del lavoro di Stefano Bonaccini, ma accanto a Stefano si sono attivati tanti sindaci. Inoltre è esploso il movimento delle Sardine“, ha sottolineato. “Sono stati questi giovani ad aiutarci a risollevare bandiere proprie dei democratici”.

“In Calabria abbiamo perso, ma voglio ringraziare Pippo Callipo che ci ha permesso di combattere una battaglia a viso aperto. Purtroppo non tutti hanno seguito il nostro esempio”.

Il segretario ha sottolineato che “siamo in una fase delicata per le prospettive del Paese. Molto è stato fatto ma il futuro è in gran parte da scrivere. I pericoli permangono e per certi aspetti si sono anche consolidati”.

 

Governo pienamente del Pd: acceleri per servire il Paese

A proposito dell’esecutivo, il segretario ha spiegato di non considerarlo “un governo amico, ma pienamente un governo del Pd e un governo che ora deve accelerare. Il Pd non è disposto a subire temporeggiamenti o manovre per indebolire l’esecutivo. Noi non siamo al potere per il potere ma siamo al potere per servire l’Italia”. E allora “nessuno pensi di allungare la legislatura con il trasformismo e con un Parlamento in uno stato puramente vegetativo”.

 

Regionali: non si lasci il Pd solo a combattere le destre

Nel campo che si oppone alle destre “il Pd è certamente centrale, ma attorno a noi non c’è ancora una volontà di andare a sintesi, M5s ha un dibattito che rischia di condurre alla dissoluzione. Iv enfatizza il conflitto. Dobbiamo lavorare perchè nel campo democratico ci sono processi complessi e non tutti prevedibili. Nostro dovere non è osservare la complessità, al contrario la complessità determina la nostra funzione”.

Alle regionali di primavera il Partito democratico cercherà di fare accordi “regione per regione”, ha spiegato il segretario, sottolineando che “bisogna almeno provare a fare progetti locali su programmi chiari. Non si lasci il Pd da solo a combattere le destre facendo finta di non vedere il peso nazionale di un voto in 6 regioni”.

 

Un congresso straordinario e diecimila Assemblee

Zingaretti ha lanciato un congresso straordinario che punti “alle idee, ai contenuti, ad un progetto futuro da mettere in campo”.

“Ci serve un partito plurale, ricco di aree di pensiero, solidale, che dia valore e dignità agli iscritti, che li renda protagonisti dei processi decisionali. È un processo che deve fare dei passi avanti. Anche questo nuovo partito non può bastare. Il Pd deve avere una vocazione maggioritaria e indicare una direzione, senza avere una tendenza onnivora, cannibalizzando gli altri”.

“Per questo non dobbiamo avere paura di un congresso politico straordinario. Non è una fuga dall’agenda quotidiana, ma un atto politico. Non sui nomi, ma sulle idee, chiamando l’Italia intera a confrontarsi e discutere sul futuro”.

Per il segretario dem, il congresso “partirà dalla prossima assemblea nazionale con un voto e un regolamento. E si svilupperà in tutto il Paese con 10mila assemblee, almeno una in ogni comune, segnalando l’appuntamento in una piattaforma digitale”, annunciando che ”tutto questo potrebbe partire da Firenze in un grande appuntamento di piazza”.

Nel passaggio dedicato alla struttura del partito: “Serve una nuova segreteria che credo debba essere unitaria e un nuovo gruppo dirigente, unito. All’assemblea nazionale avanzerò la candidatura di una donna per la presidenza del Pd“.

 

Sulla prescrizione evidenti passi avanti, il resto è propaganda

Non è mancato il richiamo al dibattito in corso sulla giustizia: “Sulla prescrizione è evidente – ha evidenziato -, sono stati fatti sostanziali passi avanti e il ministro ha sostanzialmente cambiato posizione. Questa è la verità, tutto il resto è propaganda di chi piccona alleati e non avversari, di chi porta avanti una posizione che sta diventando ambigua”.

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