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Zanda: “Per fare il tesoriere ci vuole un tesoro che non c’è. Vorrei investire nei circoli”

Prima scherza: «Per fare il tesoriere ci vuole il tesoro, mentre qui il tesoro non c’è». Poi si fa improvvisamente serio: «Ricevo tante congratulazioni per una nomina che non esiste, spetta all’assemblea nazionale che si terrà il 17. È una non notizia». Luigi Zanda è così: rigoroso. Preferirebbe non parlare prima che l’investitura diventi ufficiale.

Senatore non faccia il formale, altrimenti si potrebbe dire che pure Zingaretti non è ancora segretario perché deve passare per l’assemblea.

 

«Lui ha vinto le primarie col 65%, neanche se volesse l’assemblea potrebbe sceglierne un altro. Il tesoriere invece viene proposto dal segretario e poi votato».

 

Ma Zingaretti le ha telefonato per dirle che sarà lei, no?

 

«Veramente ci siamo visti lunedì».

 

E che vi siete detti?

 

«Mi ha prospettato questa ipotesi e io, nonostante fosse l’ultima cosa a cui pensavo e nonostante mi renda conto che si tratta di una rogna mostruosa, gli ho detto di sì».

 

Una rogna perché teme buchi in bilancio più grossi della “lieve perdita” dichiarata da Bonifazi?

 

«Non so come sono state impiegate le risorse in questi anni, ma è la prima questione da affrontare. Le finanze di un partito devono essere gestite con la massima trasparenza e con estremo rigore».

 

Ha qualche dubbio?

 

«Se verrò nominato confido in un passaggio di consegne ordinato per capire il reale stato di salute del Pd. Perché non c’è più il finanziamento pubblico dei partiti e tutti vivono in una condizione di povertà. A me piacerebbe investire, oltre che nella organizzazione del Pd sul territorio, anche nello studio di interventi per rafforzare la proposta politica, ma temo non ci siano i soldi per farlo».

 

Cioè mentre il M55 vive solo online lei vorrebbe ricostruire la rete dei circoli dem che chiudono a frotte perché non sanno come pagare l’affitto?

 

«Il Pd è l’unica forza politica italiana che ha conservato il termine “partito” nel nome, il che significa valorizzare non solo la struttura nazionale ma anche le articolazioni regionali e cittadine fino alle sezioni. Il nostro dovere è stare vicino ai cittadini, capire in anticipo i loro bisogni, se è possibile».

 

Luigi Zanda, nuovo tesoriere del Pd E il Pd non lo ha fatto?

 

«Negli ultimi anni mi pare abbia badato più al governo che al partito».

 

Che squadra sarà quella di Zingaretti?

 

«La sua elezione è il fatto più importante di questa fase politica perché mostra una straordinaria vitalità del popolo di centrosinistra. La squadra sarà all’altezza di questo straordinario mandato e mi auguro che la scelta di Gentiloni presidente verrà votata all’unanimità».

 

Sarà una segreteria unitaria?

 

«Spetta al segretario deciderlo».

 

Ok, se il segretario fosse lei la farebbe unitaria o no?

 

«Mi fa parlare da tesoriere, e non lo sono. Ora vuole pure che parli da segretario: mi pare un po’ troppo».

 

Renzi uscirà dal Pd?

 

«Resta resta. È troppo intelligente per non sapere che le scissioni fanno male a chi rimane, ma fanno più male a chi se ne va».

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