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Siani: “Il vero obiettivo è portare altri come me in politica a fare cose concrete”

La foto di Giancarlo è là sua ispirazione. «Ne ho una anche dove lavoro», dice Paolo Siani, pediatra, candidato indipendente del Pd, fratello del giovane cronista del Mattino assassinato dalla camorra nel 1985. «E se ora mi rimetto in gioco in politica lo devo anche al percorso iniziato quel terribile giorno…». Ospedale Santobono, l`appuntamento con Siani slitta di qualche minuto. «Eh sì spiega con un sorriso – non sono più puntuale da quando è iniziata questa lucida follia di
scendere in politica perché la gente mi ferma per strada, mi fa domande».

 

Siani, cosa le chiede la gente?
«Ci sono due tipi di domande. La prima, più gradita: “Dottore, come possiamo aiutarla?” La seconda, più spinosa: “Paolo, ma chi te lo ha fatto fare?”. Questo mi
chiedono…».

 

E lei, alla domanda: chi glielo ha fatto fare, come risponde?
«Mi sono trovato a un certo punto della vita in cui ho capito che il mio impegno come medico e nel sociale (con la Fondazione Polis che si occupa di legalità) poteva
avere uno sbocco migliore. Ed è stata in questa fase che, un anno e mezzo fa, ho incontrato Matteo Renzi ed è cominciato un dialogo. Poi, un giorno, mi ha scritto:
“Paolo, se vuoi fare qualcosa di più concreto devi andare in Parlamento”. Ci ho ragionato e ho detto sì. So che è una battaglia, una lucida follia, ma anche una lucida speranza perché sono convinto che esiste una bella politica e io vorrei esserne uno dei volti».

 

Con una ispirazione speciale, Giancarlo…
«La mia vita è cambiata quel giorno del 1985. Arrivai a casa alle 21 e 35 dopo il turno di guardia al Cardarelli e c`era un`auto della polizia. Mio fratello ucciso. Ancora oggi è difficile trovare le parole… A quel punto ero davanti a un bivio:
chiudere con Napoli e andar via. Oppure restare e combattere. Perché devi ribellarti al male e far crescere la coscienza civile. Ho scelto la seconda strada. E anche ora vedo dei segni. Durante la campagna elettorale ho incrociato una Mehari verde… e incontrato una signora che è stata compagna di scuola di Giancarlo. Insomma, mio fratello è sempre con me».

 

Perché un elettore dovrebbe votarla? Si presenti.
«Sono un medico pediatra, primario dal 2005. Ospedale Santobono. Ho sempre pensato che il mio reparto dovesse essere un luogo accogliente, allegro e colorato per le mamme e i bimbi che non stanno bene. Grazie` ai volontari che mi stanno accanto leggiamo libri ad alta voce e mettiamo in scena momenti ludici con i clown. Mi sono occupato di sanità e, assieme, di legalità. Rispetto degli altri, condivisione. Questo sono io. E vorrei portare tutto ciò in Parlamento con la mia lucida follia».

 

Lucida follia, dice spesso.
«Lucida follia perché vorrei dimostrare che le persone perbene che hanno voglia di fare possono scendere in politica. Ma anche lucida speranza perché se riuscissi a vincere dimostrerei che un professionista impegnato nel sociale può essere eletto. Sa cosa dissi a Renzi?».

 

Cosa? «Dissi: “Matteo, qui mi vogliono tutti bene ma appena mi candiderò con un partito non sarà più così…”. Non mi sbagliavo. Ma è nelle cose».

 

Come concilia la sua candidatura con quanto accade nel Pd, scosso dall`inchiesta che ha portato alle dimissioni di Roberto De Luca, uno dei figli del governatore. Criticato per alcune candidature discusse: dall`ex sindaco delle “fritture di pesce” Alfieri all`altro De Luca junior, Piero…
«Io sono la mia storia, che parla per me. Io sono altro da tutto quello che non è chiaro. Sui casi specifici, per quanto ne so, Alfieri non ha fatto niente di penalmente rilevante e Piero De Luca è una persona competente. Riguardo a Roberto De Luca ritengo un gesto responsabile le sue dimissioni in attesa di un responso della magistratura. Ma ripeto, scendo in politica perché credo nel dedicarsi agli altri per migliorare il Paese. Il familismo? Sono un medico e i miei figli non fanno i medici. Lo dico senza polemica ma semplicemente per essere ancora più chiaro: Ludovica fa la giornalista e Gianmario l`avvocato. Credo che la vera questione resti quella di riuscire a portare altri come me in politica per fare cose concrete».

 

Cose concrete. Il suo programma?
«Sicurezza e legalità. Credo nella prevenzione. Bisogna cominciare dai bambini. Partendo dai primi mille giorni di vita, coinvolgendo strutture sociali e asili nido. Tu entri in una famiglia e accompagni il bimbo nella crescita. Banalmente: aiuti
nell`essere precisi nelle vaccinazioni, regolari nell`alimentazione, puntuali nelle
presenze a scuola. Così in un bimbo che nasce in un quartiere infestato dai clan puoi instillare il senso della legalità. E poi la sanità: penso all`oncologia pediatrica. C`è ancora una forte migrazione dal sud al nord pur avendo, noi, delle
eccellenze. Mi propongo di attivare incontri con gli specialisti per trovare una soluzione; e di implementare il registro tumori, tenerlo aperto per studiare nel tempo i fenomeni».

 

Ha detto: se mi eleggono ma scopro che non mi fanno fare nulla vado via dopo un anno…
«Volevo dire: non vado lì per sistemare i miei affari ma nel far capire a tutti che la politica non è una cosa sporca e può essere, invece, bella e costruttiva. Sia chiaro: se arriverò in Parlamento mi batterò sino allo stremo per raggiungere i risultati che vorrei. Ci metto la faccia, il cuore e la testa».

 

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