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I 5stelle fedeli al codice Casaleggio e non alle leggi italiane

Sferzante. «Comincino schiarirsi le idee perché nell’amministrare la cosa pubblica si risponde alle leggi italiane e non al codice di comportamento della Casaleggio e associati». La vicesegretaria Pd Debora Serracchiani non ci pensa neanche per un momento ad abbassare i toni perché, spiega, il M5s non può adottare due pesi e due misure, «non si può essere giustizialisti verso il sindaco del Pd e garantisti verso il proprio».

Il riferimento, ovvio, è al sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, raggiunto da un’informazione di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla Aamps, la società dei rifiuti controllata dal Comune e avviata al concordato preventivo. Una notizia arrivata nello stesso giorno in cui i pentastellati in trasferta a Lodi chiedevano le dimissioni e quindi il voto del sindaco dem Simone Uggetti, in carcere con l’accusadi aver pilotato la gara per la concessione della gestione di due piscine pubbliche.

Il sindaco Nogarin ha assicurato che la sua posizi one sarà presto chiarita. Il M5s dice che questa è una storia molto diversa dal sindaco Pd arrestato.
«Noi abbiamo sempre tenuto la medesima posizione: rispetto della magistratura,
che abbiamo sempre confermato, e nello stesso tempo garantisti verso tutti. Loro si sono svelati plasticamente contraddittori: a distanza di un paio d’ore hanno praticato la doppia morale. Inflessibili con gli altri e molto comprensivi con i loro esponenti politici. Oggi, però, un loro esponente di spicco, il sindaco di Parma, li ha messi di fronte alla vita reale».

 

Vale adire: chi amministra deve sporcarsi le mani e il M5s deve scendere dalla cattedra?
«Esattamente. Pizzarotti li ha messi di fronte alla vita reale perché un conto è urlare slogan a Roma quando si è parlamentari di opposizione, un conto è amministrare la cosa pubblica in prima linea, chiamati quindi a prendere decisioni e svolgere un lavoro molto più difficile».

 

Voi dite: il M5s dove amministra ha problemi. Eppure i pentastellati nei sondaggi avanzano. A Roma è la candidata del M5s,Virginia Raggi, in vantaggio. Perché secondo lei, malgrado l’inefficienza, se di questo si tratta, gli elettori è lì che sembra stiano guardando?
«Al di là delle inchieste, che comunque non sono poche se consideriamo il numero dei Comuni dove amministrano, il M5s dimostra di avere difficoltà ad amministrare. Livorno, a Bagheria, a Parma a Quarto, solo per citarne alcuni, ne sono un esempio pratico. I cittadini saranno chiamati ascegliere i loro amministratori e ci auguriamo che non si limitino semplicemente a un voto di rabbia e di protesta».

 

La questione morale riguarda tutti i partiti, su questo siete tutti d’accordo. Ma come la risolvete?
«La questione morale non è limitata al ceto politico: è l’intero Paese e tutta la classe dirigente ad esserne investita. Direi anzi, che la politica, in particolare il Pd, che si è dato un codice etico ed l’unico ad averlo, si è posta la questione. Noi come Pd, laddove ci sono state situazioni prima ancora che giudiziarie di opportunità politica, abbiamo chiesto un passo indietro ai nostri politici. Penso a Ostia,
o agli eletti nei consigli comunali. Laddove si sono aperte vicende giudiziarie abbiamo sospeso i nostri eletti dal partito e laddove abbiamo avuto dubbi sul partito locale siamo intervenuti tempestivamente con i commissariamenti come su Caserta e Roma».

 

Anche per i motivi di cui lei parla queste si presentano come elezioni amministrative molto complicate per il Pd.
«Le elezioni amministrative sono sempre complicate e ricche di specificità locali. Contano molto le persone e poi veniamo da vicende delicate, come Roma. Ma a Roma, Napoli, Torino, Milano e Bologna, siamo certi di aver messo in campo i candidati migliorie competitivi. Ho fiducia che queste elezioni vada no bene».

 

Pensa che questa vicenda del sindaco di Livorno possa danneggiare alle urne anche il M5s?
«Quando indossi il mantello inquisitore o lo fai h24 con tutti oppure, come ormai è evidente, emergono le contraddizioni. Nella vicenda del sindaco di Livorno non solo ci ha colpito la telefonata molto comprensiva di Grillo ma ci hanno colpito anche le parole del sindaco che si è detto pronto a dimettersi se negli atti dell’inchiesta dovessero emergere comportamenti contrari ai valori del M5s. Chi
amministra deve rispondere alle leggi italiane, non al codice di comportamento della Casaleggio e associati».

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