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Cirinnà: “Non mi fido delle aperture dei 5Stelle. Sui diritti restano ambigui”

Monica Cirinnà rappresenta un simbolo, nel Pd, sul tema dei diritti. La battaglia sulle unioni civili – la legge di cui la senatrice è stata prima firmataria – resta una delle bandiere del partito nella scorsa legislatura. E anche oggi è in prima in linea, sia in Senato che in piazza, quando si rischia qualche arretramento su libertà e diritti (lo scorso weekend era a Verona alla manifestazione contro il contestatissimo convegno sulla famiglia).

 

Senatrice, dai 5Stelle stanno arrivando alcuni segnali in queste ore. Prima il sottosegretario Spadafora che archivia il ddl Pillon. Poi il sottosegretario agli Affari regionali, Stefano Buffagni, che a Repubblica dice: “Sui diritti siamo diversi dalla Lega”. Si può aprire un dialogo con loro su questi temi?

“Premetto che sui 5stelle sono molto prevenuta, perché più di chiunque altro sono stata tradita sulle unioni civili. Ho lavorato con loro due anni e poi, in poche ore, li ho visti protagonisti di una giravolta. Quindi non mi fido”.

 

Su Verona però hanno marcato tutta la loro distanza da Salvini.

“Il merito è stato della grande mobilitazione nata nel Paese. La verita è che sono spaccati, c’è una parte oscurantista che è attaccata alla Lega. E un pezzo del Movimento che cerca di dare segnali, ma più che altro per motivi elettorali, per recuperare consensi a sinistra. Vuole una prova della loro ambiguità? Il comportamento della sindaca Raggi. Ha fatto approvare all’unanimità in Consiglio comunale una mozione – a prima firma Stefano Fassina – contro l’omofobia ma intanto in città molte famiglie arcobaleno stanno ricevendo una lettera di diniego alla trascrizione anagrafica dei bambini”.

 

Temete la concorrenza dei 5Stelle su questi temi?

“No. Le farei leggere i messaggi che ricevo nelle chat del mondo delle donne e lgbt. Tutti colgono che le loro giravolte sono legate solo alle continue schermaglie con Salvini. In piazza a Verona c’erano tanti parlamentari del Pd. Non ho visto nessuno dei 5Stelle”.

 

Sul revenge porn però è stata trovata una convergenza. E da Spadafora è arrivato uno stop sul contestatissimo disegno di legge Pillon su separazione e affido. Non lo ha apprezzato?

“No, per il Pd l’unica opzione è quella del ritiro, nessuna mediazione è possibile. A riprova dell’ambiguità, poche ore dopo una senatrice 5Stelle della commissione Giustizia, Elvira Lucia Evangelista, ha precisato che il ddl non sarà ritirato, ma si procederà a un’unificazione dei cinque testi di legge presentati in materia. Magari poi ci sarà qualche esponente isolato – Nugnes, Fattori, Mantero – che non voterà il provvedimento finale, ma l’assenza di quei voti sarà ininfluente ai fini dell’approvazione in aula”.

 

Il voto M5S alla Camera ha affossato un ordine del giorno sulla castrazione chimica, tema caro alla Lega. Non è un atto politico significativo?

“No, facile votare contro un semplice ordine del giorno. I temi dirimenti e più pericolosi sono quelli inseriti nel contratto di governo – ad esempio mediazione e Pas contenuti nel ddl Pillon – e su quelli di atti politici significativi da M5S non se ne vedono”.

 

Buffagni a Repubblica dice anche che bisogna affrontare il tema dell’eutanasia. Su questo in Parlamento può essere aperto un dialogo?

“Sul tema in Senato c’è un testo a prima firma del capogruppo Marcucci. E poi, in questa legislatura, noi del Pd abbiamo depositato proposte anche sul matrimonio egualitario, su genitorialità e adozione dei figli alla nascita, sul cognome della madre. Se si vuole davvero dare prova di una svolta, suggerisco ai 5Stelle di condividere le nostre proposte sui diritti umani e civili, temi sui quali siamo avanguardia da molto tempo”.

 

 

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