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Commissione banche, le 10 domande di Bonifazi e Del Barba sulla vigilanza di Banca d’Italia

“Nel corso dell’odierna seduta della Commissione di inchiesta sul sistema bancario, i parlamentari del PD Francesco Bonifazi e Mauro Del Barba, componenti della Commissione stessa, hanno posto e depositato 10 domande sulla Popolare di Vicenza e di Veneto Banca con particolare riferimento alle modalità con cui Banca d’Italia ha svolto nel merito il suo ruolo di vigilanza”. Così in una nota dell’Ufficio stampa del Partito Democratico.

Di seguito la lista delle domande:

Gli Aumenti di Capitale a valori ingiustificabili

 

Domande Popolare di Vicenza:

  1. Banca d’Italia ha più volte dichiarato di non avere “nessun potere diretto sulla determinazione del prezzo delle azioni” di Popolare Vicenza. Nemmeno la BCE lo ha, ma ha utilizzato il potere/diritto di richiedere adeguato riconoscimento dei crediti deteriorati a bilancio e adeguati rapporti di copertura. Non esercitando tale potere/diritto, Banca d’Italia ha permesso al management di Popolare Vicenza di mostrare bilanci “falsati” al pubblico, e collocare a prezzi ingiustificabilmente alti €1.9bn di nuove azioni e obbligazioni subordinate (poi convertite) a clienti retail che poi hanno perso tutto.

 

2. È vero ciò che ha detto il presidente Zonin ai magistrati, cioè che “all’esito della ispezione 2012 Bankitalia ha preso atto che i nostri crediti erano assistiti da importanti garanzie ipotecarie e, quindi, ha ritenuto che non vi fosse la necessità di rafforzare gli accantonamenti sui crediti”? Come spiega Barbagallo quindi l’esito del Comprehensive Assessmente della BCE (2014) e il fatto che Popolare Vicenza tra 2012 e 2016 abbia preso €3.2bn di nuovi accantonamenti, portando il rapporto di copertura da 24% a 48%?

 

3. Perché, nonostante la scarsa qualità del credito, i continui aumenti di capitale ed i sacrifici richiesti agli obbligazionisti, Banca d’Italia ha sempre permesso a Popolare Vicenza di pagare dividendi, per un totale di €151m solo tra 2010 e 2012 (fino all’intervento della BCE)?

 

Domande Veneto Banca:

4. È responsabilità dell’organo di vigilanza assicurarsi che i bilanci di una banca rispecchino la reale qualità del credito, e che la banca abbia sufficienti coperture per assicurarne la stabilità. Perché quindi il livello di copertura dei crediti deteriorati di Veneto Banca era solo del 31% nel 2013 (pre-aumento), contro una media EU del 46%? Perché Banca d’Italia, nonostante le ispezioni, non ha riconosciuto come deteriorati i >€4bn di crediti poi classificati come tali sotto la vigilanza Europea (post-2014)? Se avesse fatto queste due cose, avrebbe certamente costretto il board a rivedere il prezzo dell’azione in sede di aumento di capitale, ed evitato di azzerare i risparmi di circa 100,000 azionisti/famiglie che con l’aumento di capitale guidato da Atlante nel 2016 sono stati diluiti quasi al 100%. Non facendo nulla invece, Banca d’Italia ha permesso a Veneto Banca di presentare bilanci falsati in aumento di capitale, ingannando gli azionisti.

 

5. Consoli (ex-AD Veneto Banca) è accusato di aggiotaggio per aver sopravvalutato il valore delle azioni di Veneto Banca. Perché Banca d’Italia e Consob non hanno avvertito i circa 100,000m soci di Veneto Banca del fatto che le loro azioni erano pericolosamente sopravvalutate a causa di un reato in corso? Soprattutto, perché Banca d’Italia, che oggi rivendica di aver denunciato Consoli a novembre 2013, ha ritenuto di tenere tutto sotto la protezione del segreto d’ufficio senza far sapere niente ai soci e ai sottoscrittori dell’aumento di capitale del 2014?

 

6. Perché, nonostante la scarsa qualità del credito e la necessità di capitale per adeguare le coperture sui deteriorati, Banca d’Italia ha permesso a Popolare Vicenza di pagare tra 2007 e 2013 dividendi pari a €22 per azione (cumulati)? Perchè solo la BCE, con l’imposizione di un Comprehensive Assessment (Asset quality review + stress test) uguale per tutte le banche Europee ha costretto Veneto Banca finalmente a smettere di pagare dividendi?

 

Finanziamenti Soci

7. Come mai nell’ispezione di Popolare Vicenza del 2012 gli uomini guidati da Giampaolo Scardone non si sono accorti di questi finanziamenti, avvenuti per centinaia di milioni?

 

8. Come mai l’ispezione su questi finanziamenti sulle due banche è partita solo a febbraio 2015, cioè ben un anno e mezzo dopo la asserita scoperta di un analogo grave fenomeno in Veneto Banca? Cessione di Palazzo Repeta (ex-sede Banca d’Italia) a Popolare Vicenza.

 

9. In qualità di organo di vigilanza bancaria nazionale, Banca d’Italia avrebbe dovuto conoscere lo stato di difficoltà in cui versava la banca al momento dell’acquisto di Palazzo Repeta:

a) Crediti deteriorati più che raddoppiati in soli 3 anni (dai €2.7bn di fine 2010 ai €5.4bn di Dicembre 2013), arrivati a rappresentare il 17% del totale dei crediti lordi contro una media EU del 6.8%.

b) Copertura sui crediti deteriorati (30%) insufficiente e ben al di sotto della media Europea (46%)

c) Due aumenti di capitale (€253m a Dicembre 2013 e €1bn ad agosto 2014, il cui prospetto era stato depositato in Consob a maggio) e conversione di un’obbligazione venduta a clienti retail (€253m) effettuati in soli 6 mesi prima dell’acquisto del Palazzo per coprire le perdite su crediti evidenziate dal Comprehensive Assessment della BCE e per riportare il capitale sopra le soglie regolamentari. La scarsa qualità del portafoglio di crediti alla clientela e i risultati dell’esercizio BCE non potevano non essere noti a giugno 2014, sia alla Popolare Vicenza che a Banca D’Italia. Perché’ quindi Banca d’Italia ha permesso ad una banca in profonda ed evidente difficoltà di procedere all’acquisto di un immobile di rappresentanza del valore di €9.5m, facendone pagare le conseguenze alle famiglie italiane tramite diluzioni causate da continui aumenti di capitale e conversione di obbligazioni?

 

Valore dei crediti deteriorati di Veneto/Vicenza non ceduti a Intesa. Quale è il reale rischio di nuove perdite per lo Stato?

 

10. È stato Barbagallo a firmare che il valore recuperabile dai crediti deteriorati di Popolare Vicenza e Veneto Banca è €9.9bn, ovvero il 55% del valore nominale? Se è stato lui, si rende conto del potenziale danno per i risparmiatori di una valutazione di mercato di questi crediti inferiore al 55%? Oggi le banche Europee valutano i propri crediti deteriorati tra il 35% e il 45%. Una valutazione prudente, e attenta a salvaguardare i contribuenti – che sarebbero poi chiamati a coprirne le perdite – non avrebbe dato una valutazione del 55% ai crediti deteriorati delle due banche.

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