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Delrio: “Ora fermiamo la minaccia populista e basta liti nel Pd”

«Sono due le parole chiave: “fermiamoli”, perché questo governo farà del male alla gente, alle imprese, a questo povero paese. La partenza è pessima, con un rischio di incostituzionalità nelle proposte di Lega e M5S. Ma l’altra è “fermiamoci” perché questo cupio dissolvi del Pd è segno di una comunità che ha perso la rotta e il senso dello stare insieme». Graziano Delrio, ex ministro delle Infrastrutture, ora capogruppo dem alla Camera, lancia un doppio allarme.
 

Delrio, in definitiva cosa la spaventa di più del governo grillo-leghista?

 
«Soprattutto che si disperderanno i sacrifici di credibilità interna e internazionale conquistati in questi anni. Anzi questa credibilità si è già erosa».
 

Pensa alle critiche che vengono dall’Europa?

 
«Vorrei fare un appello ai leader europei a non continuare ad attaccare. Salvini e Di Maio usano questo come alibi. Il leit motiv dei populisti è “siamo accerchiati” da un’Europa cattiva. Vogliono apparire vittime, vanno invece messi davanti alle loro responsabilità».
 

Voi Dem ora criticate con tanta veemenza, ma non avete fatto nulla per contrastare la nascita di questo governo, avete preferito l’Aventino.

 
«La saldatura tra queste due forze c’era già stata prima delle elezioni. Il Pd da parte sua ha preso atto delle proprie differenze con i grillini. Quello grillo-leghista è un patto di potere, in cui i cittadini non non c’entrano nulla. Lavoreremo per far cambiare idea agli italiani.
 

Italiani che, secondo Salvini, prendono psicofarmaci per la sofferenza sociale di cui i governi di centrosinistra sono colpevoli.

 
«Siamo alle comiche, è ridicolo e come sempre poco rispettoso delle sofferenze della gente. La usa per scopi di propaganda. Non ha mai governato nemmeno un condominio. Non sa di cosa parla. In attesa che facciano crollare l’uso degli psicofarmaci, hanno fatto aumentare il costo del denaro per famiglie e imprese».
 

Da ex ministro delle Infrastrutture, il suo piano sta per essere smantellato?

 
«Alcune cose sono copiate: la revisione progettuale delle opere su cui dicono di volere agire per sapere se sono utili, è stata la nostra filosofia. In questo modo noi abbiamo revisionato progetti, anche la Torino-Lione, riducendo costi per diverse decine di miliardi».
 

Perché lei è contrario allo stop della Tav che pure ha molte criticità?

 
«Così isoleranno il nostro paese dal traffico di merci europeo e perderanno occasioni i nostri porti. Le merci trasportate verso la Francia procedono al 99% su gomma, noi dovevamo togliere i camion dalle strade. La scelta di fermare la Tav è anti ecologica e anti economica. Piuttosto spendano i 130 miliardi di opere che abbiamo lasciato in eredità».
 

In tutto ciò, in Valle d’Aosta il Pd non prende neppure un consigliere.

 
«I risultati valdostani sono influenzati dalla forte presenza di liste autonomiste»
 

L’Assemblea dem sabato si è lacerata con risse tra i pro Renzi, l’ex segretario, e i pro Martina, il reggente. Il Pd è un partito in via di estinzione?

 
«È molto facile pensare di fare il processo a Renzi e avere così risolto la questione della sinistra in Europa. Rispetto ai proclami dei populisti noi dem dobbiamo essere ancora più radicali nelle proposte e non perdere tempo a parlare di Renzi e delle minoranze interne. Radicali nell’europeismo, nella lotta alle disuguaglianze. Le cose non si risolvono con un po’ di tifo, ma con pensiero e fatica».
 

Neppure però rinviando?

 
«L’Assemblea nazionale di sabato 19 maggio doveva essere un confronto sulla nuova sfida con la destra e fissare il congresso entro l’anno. Il problema non è Martina sì o no, ma la nostra identità. Se c’è stata una sconnessione con i cittadini, dobbiamo recuperare ma non dando la colpa solo a chi ha guidato il Pd. Che allora sarebbe da condividere tra tutti noi che come ministri ne siamo stati la “faccia”. Io mi prendo le mie colpe».
 

Ma il Pd per contrastare i populismi deve andare verso un polo dei responsabili magari con Berlusconi o provare a ricostruire il centrosinistra?

 
«Dobbiamo essere coerenti. Noi siamo alternativi al centrodestra di Berlusconi che è a rimorchio della Lega e neppure lui ha capito quale demone si nascondeva. Nessuno pensa di fare progetti con Forza Italia, è un’accusa ridicola».
 

Lei si candida alle primarie?

 
«No, non mi candiderò. Sono felice che ci possa essere presto il congresso dem. Quando avremo definito come combattere il populismo, le nostre radici, allora troveremo la persona».
 

La stagione di Renzi nel Pd è finita?

 
«Renzi ha dato dimissioni irrevocabili. Penso abbia fatto un ottimo lavoro da premier e mi auguro dia il suo contributo nel partito».

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