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Delrio: “Sulla Tav nessun tatticismo, saremo in aula contro i 5stelle”

«Non togliamo le castagne dal fuoco a nessuno, tantomeno ai gialloverdi, che sono sul punto di esplodere. La nostra posizione sulla Tav è diversa da quella della Lega che ha fatto perdere un anno. A una mozione No Tav dei grillini è giusto votare contro, senza tatticismi». Graziano Delrio, ex ministro delle Infrastrutture dei governi Renzi e Gentiloni, capogruppo del Pd alla Camera, rivendica la battaglia pro Tav dei dem.

E sulla sfiducia a Salvini rinviata a settembre, attacca: «È un fatto grave, la maggioranza protegge un ministro che scappa dal Parlamento».

 

Delrio, il governo è spaccato sulla Tav. Il Pd cosa fa?

«Il Pd insiste con la sua coerenza, dicendo che l’Alta Velocità serve sia al Sud che al Nord. Serve a connettere il paese, a dare opportunità di lavoro e di investimenti. La Tav presenta grandi benefici e rende accessibili i territori. Tutti gli studi dimostrano che va fatta».

Voi dem avete presentato una mozione Pro Tav. Voterete contro quella No Tav dei 5Stelle al Senato. Ma, al di là delle tecniche parlamentari, non è che togliete le castagne dal fuoco alla maggioranza di Lega e 5Stelle che potrebbe implodere proprio sulla Tav?

«No, non credo sia nostro compito togliere le castagne dal fuoco a nessuno, men che mai al governo. Da ministro ho firmato gli accordi per la Tav. L’opera, così come finanziata dai governi di centrosinistra, ha visto una forte riduzione dei costi che sono passati nella tratta in Val di Susa, da 4 miliardi a 1,9. Quindi abbiamo fatto quello che era utile per evitare sprechi, utilizzando nel progetto in gran parte la linea storica, non come volevano Berlusconi e la Lega».

In quale modo è diversa?

«Il centrosinistra aveva un progetto di logistica per questo paese, per cui le merci mondiali arrivate nei nostri porti venivano distribuite via treno ovunque. Cito alcuni dati: tra Italia e Francia viaggiano oggi 3 milioni di Tir. Il 92% del traffico merci con la Francia, che è il nostro secondo partner commerciale, viaggia su gomma. I nostro obiettivo è stato di spostare le merci sempre più su ferro, avendo come esempio la Svizzera».

Lei invita la Lega a votare la mozione dem Pro Tav?

«La differenza tra noi e i governi di centrodestra è molto chiara. Abbiamo una concezione diversa delle opere infrastrutturali. Noi avevamo lasciato 135 miliardi in consegna a questo governo che poi ha bloccato tutto, dalla Gronda di Genova alla Torino-Lione. Un governo che per un anno ha perso tempo, stoppando anche le opere in gran parte già finanziate. Il centrodestra mise pochi soldi e poca programmazione».

I leghisti potrebbero votare con voi?

«Mi sembrerebbe strano».

Nella mozione dem si dirà Sì alla Tav, no a Toninelli chiedendone le dimissioni?

«I senatori del Pd stanno lavorando, decideranno il testo».

Come mai di Tav si parla al Senato e non alla Camera?

«È una domanda da fare ai 5Stelle. Non mi risulta chiaro perché abbiano scelto il Senato. Ma se una componente della maggioranza opta per un ramo del Parlamento, allora è più facile che passi là la calendarizzazione della mozione e di conseguenza anche noi la presentiamo al Senato. D’altra parte sulla Tav la politica del Pd è unitaria. Piuttosto i 5Stelle hanno tenuto in ostaggio per un anno il paese, promettendo che non si sarebbe fatta la Tav e poi ecco l’ennesima giravolta. Ma non è un voto in Parlamento che cancellerà l’incoerenza e il danno procurato all’Italia. E la colpa del danno è anche della Lega. Il governo gialloverde ha prodotto zero investimenti. Prima c’era una crescita media del 3-4% di investimenti in un anno. Questi sono gli effetti di Salvini, che ha chiacchierato su molte cose inutili senza occuparsi di quelle utili».

La battaglia No Tav è ambientalista e di sinistra.

«Non c’è dubbio che a suo tempo fosse giusto discutere con le popolazioni della Val di Susa, innanzitutto per l’impatto sul territorio. Il nostro governo ha rivisto il percorso per cui la linea nuova è stata ridotta da 50 chilometri a 8 con riduzione dell’impatto ambientale. Il merito di questa decisione è dell’osservatorio che facemmo con i sindaci e la popolazione, per giungere a una soluzione sobria. C’è una terza via tra dire sempre no alle opere e chi, come la Lega, vuole cancellare il codice degli appalti per non avere regole. Le cose si fanno con le regole giuste».

Due attentati in Sardegna a una sede dem e a un sindaco di centrosinistra. Cresce il clima di odio?

«L’odio viene alimentato ad arte dalle pagine dei social di Salvini e spesso dei 5Stelle. Mi chiedo e chiedo se quelle pagine sono pagate con i soldi pubblici».

È possibile un’intesa con i 5Stelle, o addirittura è necessaria per scardinare l’alleanza di governo?

«Come ha detto Zingaretti, il Pd non ha nessuna intenzione di allearsi con i 5Stelle che sono al governo con la Lega. È fantapolitica».

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