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Emiliano: il Sud ha bisogno di infrastrutture e tutela del territorio

Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, allo stesso tavolo con il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio per discutere di Ilva. «In passato non mi era mai capitato», dice, e il riferimento non casuale è all’ex ministro Carlo Calenda.

 

Presidente, com’è andato il primo incontro con il ministro Di Maio?

«Bene, molto bene. Le comunicazioni tra Regione Puglia e ministero per lo Sviluppo sono state ricostruite. È un fatto di importanza enorme perché questo rapporto non era mai esistito. Ho apprezzato di Di Maio anche il garbo istituzionale. Il ministro ha ascoltato le nostre posizioni, gli ho consegnato la nostra proposta, la stessa che consegnai a Renzi a novembre 2015 ma purtroppo mai presa in considerazione».

 

Cosa propone la Puglia: chiusura o riconversione?

«La Puglia non entra nel merito delle decisioni del governo. Se il governo deciderà di riconvertire la fabbrica senza consentirne la prosecuzione dell’attività noi ovviamente ci limiteremo a chiedere garanzie sui livelli occupazionali. Se invece si decide di andare avanti e di far proseguire l’attività industriale, la mia prima preoccupazione sarà la tutela della salute dei cittadini e in questo senso l’unica strada possibile è, a mio parere, la decarbonizzazione dell’impianto».

 

Di Maio è stato quindi più disponibile di Calenda?

«Dal punto di vista politico, sicuramente. Mai prima, e stiamo parlando di un governo del mio partito, ci era stata offerta la possibilità di sedere al tavolo. Forse si temeva che potessi creare problemi. Oggi sto meglio, le mortificazioni che ho subito in passato sono state terribili».

 

Si è molto discusso delle poche righe dedicate al Sud dal contratto di governo M5s-Lega. Al di là del caso Ilva, il vertice di ieri cosa può rappresentare per il Mezzogiorno?

«A Di Maio ho detto che mi fa molto piacere vedere un giovane meridionale guidare un ministero così importante. Vedere le nuove generazioni del Mezzogiorno impegnate nel progetto di rilancio del Paese è un fatto estremamente positivo. I giovani del Sud sono una grande risorsa, c’è tra i nostri ragazzi un mix di competenza e rabbia che va trasformato in energia positiva. Ne ho parlato con Di Maio, ne parlerò domani con il ministro per il Sud Barbara Lezzi. Guardi, sul piano del metodo ho molto apprezzato i due ministri: è proprio vero che talvolta sei trattato meglio più dai tuoi avversari che dai tuoi compagni di partito».

 

Il ministro Lezzi sostiene che il Tap sia un’opera inutile e dannosa. Cosa le dirà domani?

«Come per l’Ilva, è una decisione che spetta al governo. Io dico solo che la Puglia non ne trae alcun vantaggio e aggiungo che se proprio deve farsi, andrebbe almeno spostato trenta chilometri più a nord per evitare che il gasdotto approdi su una delle più belle spiagge turistiche della Puglia».

 

Ma il Sud ha bisogno di grandi opere?

«Il Sud ha bisogno di infrastrutture. Ho molto apprezzato, per esempio, lo sforzo del ministro Delrio per la Napoli-Bari. Il Sud non ha bisogno di gasdotti ma di ferrovie moderne, ha bisogno dell’alta velocità fino a Reggio Calabria, ha bisogno di treni efficienti, di strade e autostrade di qualità, di autobus ecologici. Ha bisogno di un nuovo progetto di tutela del territorio. Un mio obiettivo è la distribuzione dell’acqua pubblica in tutto il Sud trasformando l’Acquedotto Pugliese nel grande acquedotto del Mediterraneo, coinvolgendo tutte le regioni meridionali».

 

Misure come le Zes sono necessarie?

«Se davvero si introducesse la fiat tax con aliquote al 15 e al 20 per cento, le Zes finirebbero per perdere molto della loro attrattività. Detto questo, in Puglia stiamo lavorando per determinarle. Ma va anche aggiunto, in linea di principio, che le Zes andrebbero introdotte solo in territori sottoutilizzati. E invece c’è una certa tendenza ad allargare le maglie e a mettere dentro anche aree che non ne avrebbero bisogno. Ma così si finisce per danneggiare chi ne ha veramente bisogno».

 

Il ministro Lezzi ha rilanciato gli sgravi fiscali per le assunzioni al Sud. E una misura valida?

«Alcune delle misure introdotte dai governi del Pd sono state interessanti e produttive. Il credito di imposta, per esempio, è stato importante e ha creato vantaggi consistenti. Sicuramente, interventi per rendere permanenti gli sgravi sui redditi bassi sarebbero auspicabili perché senza incentivi per chi assume è difficile trattenere i nostri giovani, che sono molto preparati ma stentano a entrare nel mercato del lavoro».

 

Il piano da 200mila assunzioni nella Pubblica amministrazione, presentato dal governatore De Luca è una strada percorribile?

«È un piano che condivido ma del quale va verificata la compatibilità economica. Non c’è dubbio che ci sia la necessità di sbloccare il turn over e di dare ossigeno alla Pubblica amministrazione investendo sui nostri giovani laureati. C’è bisogno di dipendenti specializzati, con conoscenza delle lingue, con capacità organizzative e in grado di relazionarsi con l’Europa. Non è il caso della Regione Puglia perché fortunatamente abbiamo ottimi dirigenti, ma se molti Comuni non spendono i fondi europei è perché non hanno personale adatto».

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