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Governo, Letta: «Tensioni? Non ho paura»

Il governo Draghi di unità nazionale deve andare avanti “fino alla scadenza naturale della legislatura”.

E “il Presidente del Consiglio ora deve essere deciso nel portare avanti il programma di governo”, a partire da “delega fiscale e disegno di legge sulla concorrenza. Parallelamente, Draghi dovrà continuare a parlare con il mondo dell’economia e le parti sociali, per seguire ciò accade ed essere pronto a intervenire, a partire dal lavoro”.

 

Il segretario del Pd Enrico Letta, intervistato a Siena dal Quotidiano Nazionale, invita la maggioranza e il presidente del Consiglio a superare con un rilancio unitario la fase di difficioltà e distinguo che sta attraversando, dalla postura sul conflitto in Ucraina alla mancata partecipazione al voto dei ministri Cinque stelle sul decreto aiuti, a causa dell’opposizione ai poteri al sindaco di Roma per realizzare il nuovo inceneritire di rifiuti a Roma.

“Dubbi e discussioni – dice Letta sul travaglio interno alla maggiornza- ci sono in ogni partito”. Ma “i dissensi sono il segno di un disorientamento naturale”.

E in ogni caso “io sono pronto a discutere con tutti in ogni occasione”. Mentre “sarebbe sbagliato ridurre il dibattito a colpi di clava” perchè “sulle decisioni prese siamo sempre stati allineati al governo, dall’invio di armi ai provvedimenti sugli incentivi”.

“Draghi – sottolinea il segretario Pd- sta facendo un ottimo lavoro. Lunedì scorso il governo ha attuato il provvedimento migliore sul caro energia per aiutare famiglie e imprese: un atto di grande redistribruzione e giustiia sociale. Non mi scandalizzo se in questo momento ci sono tensioni politiche. Stiamo vivendo la fase più delicata su questioni oggettive, dalla guerra alla crisi energetica. Tutte cose talmente complesse e impreviste che è naturale attraversino le coalizioni al loro interno. Mi stupirei del contrario”.

Detto questo però, “il mio timore è che stia arrivando una recessione per gli alti costi dell’energia quindi va rafforzato il dialogo sociale perchè una concertazione maggiore rende tutti protagonisti” ed allora “a maggior ragione serve coesione”.

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