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Gribaudo: La clausola per giovani e donne è la vera svolta del Pnrr

Il Pnrr è cambiato, in meglio. In questi mesi abbiamo lavorato come Partito Democratico, fuori e dentro dal Parlamento, per ascoltare i tanti suggerimenti e le giuste idee che si sono levate dal mondo dell’associazionismo, dell’università, del lavoro. Energie e forze positive si sono mobilitate per contribuire alla revisione di un Piano che offre all’Italia un’opportunità straordinaria di cambiamento e di sviluppo, e il lavoro di queste prime settimane nella segreteria di Enrico Letta si è concentrato proprio in questo sforzo di elaborazione e proposta.

 

Un limite forte, lo abbiamo detto fin da subito, era la scarsa concretezza di quella “trasversalità” di alcuni obiettivi: in primis quelli delle disuguaglianze generazionali e di genere. Scarsi i fondi misurabili per i giovani, poco soddisfacenti i finanziamenti inizialmente dedicati alle infrastrutture sociali: non si evinceva la strategia per dare un’opportunità vera a chi in questa pandemia aveva sofferto di più. Il Partito Democratico è riuscito, in pochissimo tempo, ad elaborare una proposta subito sposata dal premier Draghi, che ha reso pragmatica e tangibile questa esigenza. La clausola per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, condizionerà all’assunzione di giovani e donne l’esecuzione dei progetti. Ovvero, nei bandi gara sarà previsto l’inserimento, tarato in base ai tipi di intervento, di specifiche clausole con cui saranno indicati, criteri orientati verso questi obiettivi occupazionali, come requisiti necessari e premiali dell’offerta.

 

Ciò significa che ogni azienda che vorrà partecipare ai progetti o aderire ai finanziamenti europei si impegnerà a restituire alla collettività queste agevolazioni in termini di valore sociale. Una vera svolta, ottenuta grazie alla perseveranza di Enrico Letta e al lavoro costruito insieme ad Antonio Nicita. Si rende finalmente concreta quella “trasversalità” di obiettivi, che ora finalmente sarà misurabile nell’avanzamento dei progetti attraverso i posti di lavoro.

 

L’impatto di questa clausola sui 240 miliardi di investimenti complessivi può davvero potenziare i risultati del Piano. Basti pensare che le stime di aumento dell’occupazione, +3,3 per le donne e + 3,7 per i giovani al 2026, non considerano gli effetti di questa condizionalità. Per un paragone utile a non sottostimare il dato, basti pensare che l’occupazione femminile negli ultimi 10 anni in Italia è cresciuta soltanto del 2%. Il Piano quindi crea le condizioni per un aumento più che doppio del trend occupazionale pre-pandemia.

 

A questa importante modifica del Piano devono essere aggiunte tante buone idee accolte dal governo. Voglio ricordare solo il potenziamento del servizio civile universale, la garanzia statale sui mutui prima casa per i giovani, il passaggio a lauree abilitanti per un vero rinnovamento delle professioni, l’aumento dei ben 13 miliardi sulla Missione istruzione e Ricerca. Da sottolineare, ancora, l’investimento nelle infrastrutture sociali fra cui gli asili nido. Quei 4,6 miliardi, come denunciano alcune associazioni in questi giorni, non sono ancora sufficienti, anche se cresciuti rispetto alla prima versione. È vero. Ma sono un punto di partenza che cambierà da subito le priorità degli enti locali, soprattutto nel Mezzogiorno, creando occupazione e generando a cascata un’ulteriore domanda di infrastrutture sociali. L’economia della cura crea posti di lavoro al femminile direttamente e indirettamente. Dà ai giovani quella rete di protezione che consente a tutti di progettare il futuro senza che la famiglia diventi una rinuncia o un ostacolo.

 

Il governo ha saputo ascoltare e accogliere tante nostre proposte. Non tutto poteva essere fatto con il Piano o nel Piano: molto rimane alla politica, e molto dipenderà anche nella capacità del Partito Democratico di far superare veti, personalismi e particolarismi nel percorso di riforme che ci aspetta, anche programmando in modo complementare le ulteriori risorse, nazionali ed europee. La sfida vera inizia adesso: nell’arco di cinque anni abbiamo l’occasione di trasformare il volto del Paese, per proiettarlo nel futuro.

 

Chiara Gribaudo, Responsabile Missione Giovani – Segreteria Nazionale PD

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