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Gualtieri: “Rilanciare Roma nella sfida globale”

Gentile direttore, oggi e domani si riunisce il Consiglio dei governatori del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, noto anche come Ifad (nell’acronimo inglese). Si svolge a Roma, perché la nostra Capitale è la sede di questa agenzia dell’Onu, così come dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e del Programma alimentare mondiale (Wfp). Nel loro insieme, queste tre agenzie fanno di Roma la terza capitale dell’Onu nel mondo, dopo New York e Ginevra, e in assoluto il principale polo globale per l’alimentazione e l’agricoltura. Si tratta di un patrimonio al servizio della popolazione del pianeta, soprattutto quella svantaggiata.

 

Ma è anche un patrimonio da valorizzare per la città in quanto tale. Queste agenzie rappresentano oltre190 paesi della comunità internazionale, molti dei quali hanno qui rappresentanze permanenti, e occupano a Roma migliaia di dipendenti.

 

Ospitano eventi internazionali capaci di attirare sulla capitale d’Italia l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e in centinaia di Stati esteri organizzano interventi nell’ambito di programmi concepiti entro l’anello del Grande Raccordo Anulare. I progressi nel contrasto alla fame nel mondo sono indispensabili.

 

Nonostante i dati globali su malnutrizione, povertà e spreco alimentare ci dicano che si produce abbastanza cibo per sfamare tutta la popolazione mondiale (circa un terzo degli alimenti prodotti sul nostro pianeta va sprecato, con elevatissimi costi ambientali e sociali), oltre 820 milioni persone ancora soffrono la fame, segnando un regresso rispetto a cinque anni fa. Si calcola che il 45% delle morti infantili nel mondo sia causato da malnutrizione.

 

I costi della malnutrizione per l’economia globale si calcolano in 3,5 mila miliardi di dollari l’anno. Allo stesso tempo, l’OMS calcola che circa1,9 miliardi persone, cioè un quarto della popolazione mondiale, sono in sovrappeso. Questa mattina interverrò alla riunione del Consiglio dei governatori dell’IFAD, del quale il Ministro dell’economia e delle finanze è Governatore per l’Italia.

 

Gli argomenti all’ordine del giorno sono quelli relativi al cambiamento climatico, come moltiplicatore delle crisi alimentari, alle malattie non trasmissibili e ai loro effetti sulla salute globale. E poiché quattro quinti della povertà estrema nel mondo si concentrano in aree rurali, dove il cambiamento climatico e la siccità aggravano la fame, lo sviluppo agricolo sostenibile è uno degli obiettivi prioritari della comunità internazionale.

 

Proprio lo sviluppo sostenibile sarà uno dei temi al centro della Presidenza italiana del G20 l’anno venturo, che segue l’attuale co-presidenza della COP 26,1a conferenza globale sui cambiamenti climatici: una sequenza che ci mette in condizione di incidere sul l’agenda globale. La mia odierna presenza alla riunione IFAD mira a segnare ulteriormente l’impegno del nostro Paese su questi temi, tra i quali l’alimentazione è un ambito di nostra eccellenza.

 

Basti pensare all’esperienza di sviluppo agro-industriale italiana, alle nostre capacità nella protezione del territorio, nelle produzioni biologiche, nella valorizzazione delle specificità locali, al valore aggiunto nella trasformazione e alla qualità degli alimenti. Ed è anche un modo per sottolineare la nostra concreta volontà di investire nel rilancio del polo delle Nazioni Unite di Roma, quale strumento della nostra proiezione multilaterale, che su temi quali la lotta alla fame e lo sviluppo agricolo sostenibile ci vede come punto di riferimento globale. Oltre che come leva positiva per il tessuto culturale, sociale ed economico della nostra capitale.

 

A Roma vengono elaborate strategie di rilevanza globale grazie a un patrimonio ideale, economico e intellettuale radicato nella nostra città. Un patrimonio che è un fattore di eccellenza anche nel confronto con altre capitali mondiali, soprattutto guardando al bacino del Mediterraneo e all’Africa, per riconquistare una leadership che la posizione geografica le conferirebbe naturalmente. E che tuttavia ha bisogno di visione, impegno e tenacia per fare di Roma un faro della civiltà globale.

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