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Enrico Letta a ‘Porta a Porta’: aiutare le imprese, ripartire dai giovani, battere la diseguaglianza di genere

“Tutti noi abbiamo una responsabilità nei confronti del Paese, della salute delle persone. Dobbiamo proteggere, vaccinare, aiutare il Governo. Credo che la linea debba essere, come ha detto Draghi, di rigore da una parte e dall’altra di attenzione a chi chiudendo tutela nostra salute e ha bisogno di aiuti. Penso che un Decreto Imprese, che intervenga soprattutto sui costi fissi, sia necessario. Dobbiamo essere uniti per salvaguardare la salute e intervenire sui sostegni”.

Il segretario del Pd Enrico Letta a “Porta a Porta”, su Rai Uno, giovedì primo aprile, affronta diversi temi e si sofferma sui problemi più visibili e quotidiani, a iniziare dagli aiuti alle imprese.

Decreto imprese, Letta: “Intervenire sui costi fissi”

La crisi economica, conseguenza di quella pandemica, chiede attenzione immediata: “Ci aspetta un passaggio delicato – spiega Letta – la moratoria su mutui e prestiti che termina a giugno. Io insisto sui costi fissi, del lavoro, degli immobili, delle attività. Per questo è importante lavorare tutti insieme sul Decreto imprese, per dare sicurezza sulla parte dei finanziamenti, ovvero prestiti e mutui, e sui costi fissi che rappresentano la questione essenziale”.

Gli aiuti nazionali, si sa, costano, ed è per questo che il segretario dem ha ipotizzato che il piano Next Generation EU possa non solo essere legato all’emergenza Covid, ma diventi permanente: “Potrebbe essere una modalità con cui l’Europa trova i soldi da fuori e con questi fa investimenti. Ma noi italiani dobbiamo essere credibili e fare una spesa lungimirante. Penso che sia un momento unico per l’Italia”.

Giovani: “Scommettere sui nostri ragazzi”

Tra gli “investimenti” da fare c’è anche quello sui giovani. Che l’Italia smetta, insomma, di essere un luogo dove si fanno pochi figli e dove quei figli crescono sentendosi fuori posto in un paese che non riesce a valorizzarli. Letta parte dalla sua recente esperienza parigina: “Per me questi sei anni e mezzo a Parigi con gli studenti, con i giovani di tutto il mondo sono stati straordinari. Vivere a stretto contatto con i ventenni mi ha cambiato la vita, mi ha dato ottimismo per il futuro, è una generazione straordinaria, mi hanno dato nuova energia”.
Ecco, allora, che la proposta che riguarda la “dote per i diciottenni” diventa centrale: “Ritengo che sia fondamentale scommettere sui nostri ragazzi – evidenzia il segretario dem – dare loro la possibilità di scommettere sul proprio futuro, permettere di mettersi in proprio, emanciparsi. Dobbiamo dare anche alle famiglie un po’ di sollievo. È importante aiutare le famiglie perché il vero guaio di questo paese è la denatalità”.

Donne: la diseguaglianza da battere

In Italia una donna parte svantaggiata: parte da questo assunto il segretario Pd, che spiega: “Alcune delle cose che sto facendo oggi sono legate al fatto che ho visto l’Italia da fuori. In Italia la parità non c’è e la scusa è la mancanza di competenza. La verità è che non diamo nemmeno la possibilità di maturare esperienza alle donne”.
Letta cita don Lorenzo Milani, “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”, e aggiunge: “Io non voglio fare parti uguali, perché ci sono diseguaglianze di partenza che vanno colmate. Dobbiamo, quindi, aiutare di più le donne, e faccio un esempio. Quando si parla di smart working, ad esempio, la cultura dominante nel nostro paese dà per scontato che il lavoro a casa sia soprattutto per le donne. È un’idea sbagliata e la conseguenza è che in Italia le donne guadagnano molto meno degli uomini”.

Ius soli e sbarchi: non sono lo stesso problema

Il segretario non ha evitato gli argomenti più spinosi, come lo ius soli. “Sono bambini italiani, nati in Italia perché non integrarli?” si chiede.
Letta invita tutti a mettersi attorno a un tavolo e a discuterne senza pregiudizi, lasciando da parte il discorso dei migranti e degli sbarchi. “Qui si tratta di bambini nati in Italia, che vanno a scuola con i nostri figli”. L’integrazione, insomma, parte non solo dal riconoscersi reciprocamente ma anche dal sentirsi parte della stessa comunità.

Dai circoli la forza per cambiare il Paese

Per portare avanti temi e battaglie, c’è bisogno di un Pd rinnovato che coinvolga appieno i circoli. I recenti risultati sono positivi: alle assemblee dei circoli Pd in dieci giorni hanno partecipato 37mila persone, ci sono state 2.700 assemblee di circolo in tutta Italia.
“L’ultima, Ravenna, l’ho fatta io prima di venire qua – sottolinea Letta – Ho chiesto come organizzare le Agorà dem, il percorso che intendo fare da giugno a dicembre. Non sono qui per vivacchiare, voglio trasformare il Pd e la democrazia italiana. Da una parte ci sono i partiti del leader, dall’altra il M5S e poi ci siamo noi e dobbiamo entrare in un discorso globale sul futuro della democrazia. Con il Covid, il Parlamento Europeo ha votato a distanza, io voglio arrivare a far votare gli iscritti sulle questioni principali, questo taglia le correnti”.

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