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Martina: “Il PD è in campo. Ora un governo ombra guidato da Zingaretti per sfidare Lega e M5S”

«Ora serve un governo ombra del centrosinistra per l’alternativa forte e visibile a Lega e Movimento 5 Stelle».

 

Un governo ombra come?

«Credo che debba avere il Pd come motore e rivolgersi a tutto il centrosinistra che sta lavorando alle amministrative e alle Europee. E coinvolgere anche energie e competenze della società civile».

 

Con a capo chi?

«Penso che a guidarlo debba essere il segretario del Pd Nicola Zingaretti».

 

A cosa servirebbe?

«Sarebbe uno strumento operativo per mettere in evidenza ogni giorno le contraddizioni del governo, dalla Tav allo sviluppo, dalla sicurezza all’integrazione e lavorare sulle nostre proposte. Si dovrebbe occupare dell’agenda sociale, del lavoro, dell’economia. Sfidare il governo sul salario minimo legale, coinvolgendo sindacati e impresa e siglando un nuovo patto per lo sviluppo. Rendiamoci conto che stiamo rischiando a breve l’aumento dell’Iva, 50o euro per ogni famiglia».

 

Visti i precedenti, non si rischia di litigare prima ancora di governare?

«Non credo, sarebbe invece un buon modo per lavorare utilmente. Un modo per rendere concreta l’alternativa alla loro propaganda».

 

Per Delrio dovevate porre la fiducia sullo ius soli. Verità o lacrime di coccodrillo?

«Probabilmente è vero che si doveva mettere la fiducia, ma ricordo che eravamo gli unici nella maggioranza a volere andare fino in fondo, erano condizioni davvero difficili. Ora dobbiamo riprendere l’iniziativa anche su questo nel Paese».

 

Toninelli dice: De Vito l’abbiamo subito espulso, Zingaretti no.

«E una difesa imbarazzante. Cerca di confondere le acque. La verità è che è crollato il mito della loro diversità, il loro castello di propaganda e sono clamorosamente in difficoltà. Roma oggi è governata in modo folle. Per quanto riguarda noi, se si è garantisti, lo si è sempre, con tutti.

 

Scalfarotto dice che Di Maio doveva ringraziarla per gli accordi con Pechino.

«E l’ennesima prova della loro propaganda, che a volte si alimenta del nostro lavoro senza dirlo. Questa intesa cominciò con un lavoro comune con Alibaba, al Vinitaly di due anni fa».

 

Dunque anche per lei è un buon risultato il memorandum Italia-Cina?

«La possibilità di accordo di cooperazione è molto interessante, ma mi impressiona e mi preoccupa l’isolamento in cui è precipitata l’Italia. Avrei lavorato nel quadro di una collaborazione europea».

 

Arrivano altre elezioni locali. Il Pd dà segni di risveglio ma rischia di perdere il Nord, insieme al Piemonte.

«Io sono fiducioso. Il lavoro fatto alle primarie ci mette in condizione di accelerare, con il contributo di tutti».

 

Anche di Renzi?

«Assolutamente. Ho sempre detto che abbiamo bisogno di una leadership collettiva e del protagonismo di tutti i leader».

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