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Mauri: “Bisogna essere durissimi con chi beve troppo e guida”

«Mettersi alla guida dopo consumato alcol è irresponsabile e non è più tollerabile. Sull’educazione alla guida l’Italia deve fare ancora molti passi avanti. Bisogna cambiare in fretta mentalità. Non possiamo continuare ad assistere a simili tragedie», sostiene Matteo Mauri, Pd, viceministro dell’Interno.

 

Sette morti tra sabato e domenica, altre due all’alba dell’Epifania, due prima di Natale: tutti per incidenti d’auto che avrebbero potuto essere evitati seguendo le regole.

Come può il governo intervenire per fermare questa strage?

«Se osserviamo le cifre la mortalità in realtà è in calo».

È vero, ma i morti in Italia sono il doppio dell’Inghilterra che ha un numero di abitanti non troppo diverso dal nostro e un noto amore per le bevande alcoliche.

«Siamo effettivamente un po’ al di sopra della media europea ma il numero dei morti è dimezzato dal 2001: la tendenza è positiva».

Il motivo?

«Dipende dal fatto che in Europa si è scelto di dare indicazioni politiche per ridurre l’incidentalità e aumentare la sicurezza. Questo ha portato a una riduzione drastica delle morti anche se non del numero degli incidenti. I mezzi su cui ci si muove, poi, sono più sicuri del passato sia nei sistemi attivi sia in quelli passivi. Sono aumentati i controlli e questo ha aiutato, ma siamo lontani dall’aver realizzato il dimezzamento degli incidenti nel 2020 rispetto a dieci anni prima».

Molto lontani: nel 2010 gli incidenti con lesioni a persone erano oltre 210mila, nel 2018 oltre 170mila. I morti nel 2010 erano oltre 4mila e ora sono circa 3.300: ogni anno una strage annunciata.

«E da registrare una riduzione continua e progressiva ma c’è ancora tanto da fare a partire dai comportamenti delle persone. C’è il tema del tasso alcolemico e degli stupefacenti, ma è fondamentale anche il tema della distrazione, aumentata tantissimo negli ultimi 15 anni. Non riguarda solo chi parla al cellulare mentre guida ma anche chi scrive o usa le app. Le auto più moderne hanno dispositivi di frenata autonoma ma funzionano solo in parte».

Come si può intervenire per evitare il ripetersi di com- portamenti scorretti? Maggiori sanzioni?

«Alcuni meccanismi stanno funzionando, come il tutor o la patente a punti. I risultati si vedono ma non sono sufficienti. Bisogna agire con determinazione e durezza nei confronti di chi guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe ma anche nei confronti di chi guida in modo sconsiderato perché c’è una sottovalutazione del pericolo e poca considerazione delle conseguenze dei propri comportamenti scorretti. Gli interventi non possono che ruotare intorno a una maggiore educazione stradale. Le norme esistono, le sanzioni sono già molto severe, ma se manca l’educazione è tutto più complicato».

È ferma in Parlamento la riforma del codice della strada. Prevede il ritiro della patente per chi usa i telefonini. Prevedete un iter più rapido, inasprimenti ulteriori in caso di guida sotto effetto di alcol o droghe?

«È un tema su cui sta lavorando il ministero dei Trasporti». Anche i pedoni possono avere comportamenti scorretti. Interverrete? «Esistono già delle sanzioni, ad esempio per chi non attraversa sulle strisce. Bisogna farle osservare e fare campagne di educazione rivolte a tutti».

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