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Olimpiadi 2026, Chiamparino: M5s inaffidabili difronte a scelte strategiche

Sergio Chiamparino, partenza in salita?

«Un passo falso, piuttosto. Un vulnus, che dà il segno di una netta frattura della maggioranza alla quale i cittadini hanno affidato Torino».

 

Normale dialettica politica?

«Nonostante il “cappello” che ci ha messo sopra Beppe Grillo, M5S dimostra grande inaffidabilità di fronte a scelte strategiche fondamentali. Per chi come me guarda con interesse alla possibilità di Torino 2026, fa male».

 

Quando candidaste Torino per i Giochi invernali del 2006 fu tutto rose e fiori?

«Non mi faccia recitare la parte del vecchio che rimpiange i tempi andati. Ma nel 1996-97 lo spirito con cui fu vissuta la “gara” olimpica vedeva coinvolta e unita tutta la città a cominciare dalla politica».

 

Data la natura movimentista di M5S a Torino c’era da aspettarselo?

«Chiara Appendino conosce bene i problemi della sua maggioranza. Infatti ha aspettato il voto in aula di ieri per far capire la manifestazione di interesse per i Giochi 2026».

 

La festa è già finita?

«Spero si possa recuperare presto collegialità e clima di squadra della comunità torinese. Si può sempre correggere il passo. A cominciare dalla strategia».

 

Cosa non la convince?

«Criticare le Olimpiadi e le candidature passate, gestite da Coni e Comitato olimpico internazionale, dicendo che sono stati i Giochi del debito e del malaffare a cui contrapporre quelli del risparmio e della legalità, non mi sembra una idea brillante, considerato che saranno proprio il Coni e il Cio a dare l’avallo per una nuova candidatura di Torino».

 

I Giochi moderni come esempio di frugalità?

«Non è che tutte le Olimpiadi sono state un esempio di spreco del denaro pubblico».

 

Torino 2006?

«Parlano i numeri, se proprio non vogliamo tenere conto di come quell’evento ha cambiato in meglio la città. Il Toroc, il comitato per l’organizzazione dei Giochi invernali del 2006, ha finito in attivo. L’Agenzia Torino 2006 sta chiudendo con un tesoretto che potrebbe anche essere usato sul nuovo dossier».

 

Si sente tirato in ballo?

«Prima di parlare Grillo si informi. I Giochi del 2006 furono passati al setaccio dalla magistratura, prima, dopo e durante. Capisco le esigenze della propaganda, ma fino a un certo punto».

 

Al suo posto cosa avrebbe detto?

«La verità. Torino 2026 si potrà avere a costi limitati non perché vent’anni prima si sia sprecato o mangiato, ma proprio in virtù del modo in cui fece Torino 2006».

 

Basterà per convincere Coni e Cio?

«Quello di cui sono certo è che far nascere una candidatura con una maggioranza divisa e polemizzando sulle Olimpiadi della propria città che Cio e Coni ricordano come le migliori della nostra epoca recente, è un doppio passo falso».

 

Ha dubbi sulla volontà di Appendino e di M5S?

«Non faccio processi alle intenzioni. Giudico le parole. Quando si fa una scelta, deve essere netta».

 

Non le sembra che lo sia?

«Quando si dice che Torino 2026 sarà l’Olimpiade della trasparenza, come se le nostre fossero state opache, non si manca solo di rispetto ai torinesi che si identificarono nei Giochi del 2006 e che ancora oggi ne sono fieri».

 

Cos’altro, ancora?

«Si fa una mossa sbagliata e controproducente, se davvero ci si tiene alla candidatura».

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