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Ora ricostruire il Paese con crescita e giustizia sociale

«È arrivato il tempo di ricostruire».

Nicola Zingaretti aggiunge un capitolo, anzi una premessa, all’agenda di governo che il premier Giuseppe Conte ha dettato nella conferenza di fine anno. E lancia una sfida agli alleati – a Luigi Di Maio e a Matteo Renzi in preda «all’ossessione dei distinguo» – muovendo dalla consapevolezza che l’equilibrismo di questi cento giorni, e poco più, di governo giallo rosso deve essere archiviato, se davvero si vuole arrivare alla fine della legislatura nel 2023, o almeno provarci.

Comincia la maratona, quindi, per usare la metafora sportiva di Conte?

«Innanzitutto direi basta odio, divisioni, rancore, miopia e egoismo», dice a Repubblica il segretario del Pd. Passerà il Capodanno con la famiglia ad Assisi per qualche giorno di relax, interrotto dalle telefonate con Stefano Bonaccini che lo tiene aggiornato su come va la campagna elettorale in Emilia Romagna. Sente anche il candidato governatore calabrese Pippo Callipo, dopo avere twittato ieri: «Orgogliosi di un Pd unito per legalità e sviluppo». Gennaio comincia con tante mine sul percorso politico che Zingaretti vorrebbe di ricostruzione, dalla riforma della prescrizione, made 5Stelle, al test politico delle regionali alle prese con la propaganda sovranista e con il disimpegno grillino.

 

«Proprio per questo – insiste – il 2020 dovrà essere l’anno di un nuovo vocabolario civile e con politiche di vera ricostruzione». Cita Romano Prodi, il “padre nobile” del Pd e del centrosinistra, che «ricorda come l’Italia non cresce a sufficienza da troppo tempo». Bisogna perciò «iniziare a ricostruire un nuovo, moderno e ambientalmente sostenibile sistema industriale per creare lavoro e benessere. Ricostruire vere e moderne politiche per la formazione, la ricerca, per dare autonomia e forza a una nuova generazione e con essa al paese. Ricostruire un sistema Italia, uno Stato più semplice, competitivo, utile, con maggiore giustizia fiscale».

 

Il tema della giustizia fiscale sta a cuore al segretario dem, sia perché la propaganda della destra mira a dimostrare che quello giallo-rosso è il governo delle tasse, sia perché è il punto di maggiore sofferenza per il ceto medio. Quindi sul tavolo ci sono la riforma dell’Irpef, la lotta all’evasione, far pagare di più a chi inquina, la gratuità dell’istruzione fino alla laurea. Ma la scommessa generale del “suo” Pd, Zingaretti la riassume così: «Ricostruire politiche inclusive contro la tirannia delle disuguaglianze che condannano milioni di italiani alla marginalità».

 

Il segretario elenca proposte concrete. «Sulla scuola, ad esempio al più presto occorre dare segnali: bisogna adeguare gli stipendi degli insegnanti, aumentare l’obbligo scolastico da 3 a 18 anni, concordare con i sindaci l’apertura fino alle 18 di tutti i plessi scolastici nei quartieri». Aggiunge: «La destra si è unita dietro una leadership. È pazzesca la fatica per far capire quanto sia urgente la ricostruzione di un campo largo della politica che sia una credibile alternativa alle destre». Ma a chi pensa? «Le energie ci sono: sono quelle dei cittadini, delle associazioni, dei movimenti», e di certo il riferimento è anche alla “sardine”. Però pure agli «amministratori e alle forze politiche che però devono far prevalere la forza del noi e non l’egoismo del particolare».

 

Il segretario dem si appella «allo spirito unitario non per bontà ma per responsabilità. Si governa non per gestire il potere ma per metterlo al servizio delle persone». E intanto annuncia l’appuntamento del 13 e 14 gennaio: un seminario nell’ex monastero cistercense di San Marco Pastore a Contigliano nel reatino. Terna: “Oggi per un domani. Prima le persone per una nuova agenda di governo”, conclave con ministri, parlamentari, amministratori dem. «Grazie ai cittadini sono un amministratore da 12 anni e da pochi mesi segretario di partito: vedo e vivo tutti i giorni la distanza che spesso c’è tra le aspettative delle persone e la politica».

 

Da colmare. «Il Pd vuole ricostruire intorno al lavoro, la scuola, le imprese e le famiglie una idea di società».

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