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Timmermans: “All’Italia non serve un governo che fa solo campagna elettorale”

Salvini vuole fare delle Europee del 26 maggio un referendum? Ebbene cominci a non dire bugie. All’olandese Frans Timmermans, grande appassionato di ciclismo, di Italia e tifoso della Roma, candidato dai Socialisti e democratici europei alla presidenza della commissione Ue, non piacciono i toni, ma soprattutto quell’eterna campagna elettorale in cui è piombata l’Italia del governo giallo-verde. E poi, scherza, «in Italia c’è un solo capitano, Francesco Totti».

 

Non si governa facendo campagna elettorale

«Non si governa facendo campagna elettorale – dice – dobbiamo essere seri, questo è un Paese di 60 milioni di cittadini europei che hanno diritto ad un governo che governi. Ma questo governo non governa, litiga ogni giorno e fanno campagna elettorale, non vanno nemmeno nei loro ministeri».

 

It’s time. Una nuova generazione per l’Europa

Nel giorno in cui il vicepremier e ministro dell’Interno invita gli italiani a votare per poi fregarsene e sforare il 3% del deficit/Pil, Timmermans è a Roma per l’incontro clou in vista delle europee con il segretario del Pd Nicola Zingaretti e quello degli ex dem ora in Articolo 1, Roberto Speranza, che per la prima volta sono pubblicamente insieme. Tanti i giovani nel locale dove si svolge l’incontro intitolato It’s time. Una nuova generazione per l’Europa. Si gioca moltissimo della politica nazionale in questo voto europeo.

 

La Lega si batte in Europa. I nazionalismi non avranno la maggioranza

La Lega si batte in Europa: è il leit motiv. Timmermans, che fa una puntata al Giro d’Italia, a Frascati (gli chiedono anche di fare le premiazioni) e alcune interviste tv (tra l’altro commentando l’addio di De Rossi «grande gladiatore, Forza Roma, almeno abbiamo vinto contro la Juve») è d’abitudine piuttosto franco. Parla del rispetto delle regole che si possono cambiare, ma bisogna farlo insieme con i paesi Ue. La strada da imboccare non è certo quella della xenofobia, degli amici di Salvini, come Orbàn e Kaczynski, che hanno impedito soluzioni comunitarie sull’immigrazione. E c’è la sintonia con Zingaretti, per il quale «queste Europee sono importanti ma i nazionalismi non avranno la maggioranza. C’è chi l’Europa vuole distruggerla, noi vogliamo cambiarla».

 

Nel Pse, ma con un campo largo anti sovranista da Macron a Tsipras

C’è accordo su come muoversi a Strasburgo dopo il voto, quando le alleanze tra diversi gruppi e famiglie politiche saranno necessarie perché i rapporti di forza stanno per cambiare nell’Europarlamento. «Sempre rimanendo nel Pse, ma con un campo largo anti sovranista da Macron a Tsipras»: sono le parole di Zingaretti.

 

Una coalizione di progressisti europeisti che vogliono riformare l’Europa

Per Timmermans giuste le alleanze, ma la strada è certo quella di «lavorare a una coalizione di progressisti europeisti che vogliono riformare l’Europa però senza sciogliere i socialisti e democratici che rimangono uniti».

 

Un fronte antisovranista costruito politicamente

Mentre per Speranza ci vuole più sinistra e non bisogna guardare a Macron ma a Corbyn, Sanchez e Costa. E non basta la posizione di Siamo Europei, di cui Carlo Calenda è promotore nella lista del Pd: «C’è bisogno di una svolta, di cambiare l’Europa, di fare mea culpa sulla mancanza di risposte date sin qui», insiste il leader di Articolo 1. Dal canto suo Calenda non ha dubbi: «Se eletto, mi iscriverò nel Pse e da lì cercherò un’alleanza con i liberaldemocratici, con Macron e con i Verdi e sarà un fronte antisovranista costruito politicamente».

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