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Zingaretti: “La flat tax è una vergogna, noi vogliamo alzare lo stipendio per 20 milioni di italiani”

Segretario Zingaretti, 23 pagine di Facebook, con 2,4 milioni di follower leghisti e grillini, chiuse; 600 mila euro spesi ogni anno dalla comunicazione della Lega sui social. Stiamo scoprendo dove sono finiti i 49 milioni del Carroccio?

«Vedo che Salvini non ha problemi di soldi odi finanziamenti. Vedo che alle inchieste della magistratura e dei giornalisti risponde con il silenzio. Non so dove siano finiti i 49 milioni ma so che c’è bisogno di maggiore trasparenza».

Rilancia l’idea del finanziamento pubblico ai partiti?

«Per me il finanziamento alla politica è volontario».

Ossia il 2 per mille.

«Esatto. Va bene il sistema che c’è già».

Che ne è della nuova campagna web del Partito democratico?

«Abbiamo ripreso a rafforzare il web. Ma la vicenda delle pagine Facebook chiuse è la riprova che su questo si gioca la democrazia. Il confronto politico della Lega e dei 5 stelle non è sulle idee ma sul falso, sulle fake news e spesso e volentieri su parole calunniose, in modo da alterare la discussione democratica. Loro barano. Noi proveremo a mettere sul web idee e valori».

A proposito di fake, la lite tra i due partiti di governo è vera o fasulla?

«Ma stanno litigando? La risposta è no. Di Maio tutti i giorni conferma che la volontà del suo movimento è governare altri 4 anni con Salvini, dice che è una vergogna allearsi con i nazisti in Europa, ed è davvero una vergogna, ma poi gli permette con i suoi voti in Parlamento di fare il ministro dell’Interno. Non sono avversari, sono complici. Chi vota Di Maio vota Salvini. E mi permetto di dire che questo governo del contratto, che poteva essere uno strumento credibile, è diventato il governo dell’inciucio e delle poltrone. Pensano soltanto alla spartizione del potere. Il costo democratico ed economico è altissimo. Lo dice Tria: o aumenta l’Iva o tagliano i servizi sociali. Questa è la realtà. Perciò drogano la discussione con i loro litigi».

Intanto la sinistra come al solito arriva seconda sui problemi e si fa battere pure dai cardinali come nel caso dell’elemosiniere del Papa che riallaccia il contatore di uno stabile occupato.

«Gesto meraviglioso quello del cardinale. Figlio dell’insofferenza verso la cultura dell’odio che questo governa emana e promuove. Ma ci sono tanti gesti degli amministratori locali, stanno reagendo anche loro contro questa cultura che è inumana e inaccettabile. E su un altro piano stanno reagendo gli imprenditori del Nord, lo si vedrà presto. Non sopportano, giustamente, l’odio senza sviluppo. La cultura di Salvini non produce lavoro, fatturato, crescita, equità».

State recuperando i voti delle periferie?

«Noi ci siamo. E lunedì riapriremo il circolo del Pd a Casal Bruciato. Sarà il primo di tanti che apriremo in tutta Italia. I temi della povertà, della disuguaglianza, della crescita richiedono scelte di campo nette. Faccio due esempi. La fiat tax che fa pagare al proprietario dell’industria le stesse tasse dell’operaio è indegna. Con 15 miliardi noi vogliamo alzare il salario di 20 milioni di italiani attraverso le tasse sul lavoro. Il governo taglia sulla scuola di fronte a tassi di evasione scolastica del 14,5 per cento. Significa lavarsene le mani. Noi con 4 miliardi puntiamo ad azzerare i costi scolastici per i redditi molto bassi dall’asilo nido all’università».

Lei immagina un Pd al 20 per cento. Non è una soglia di sopravvivenza anziché un rilancio?

«L’unico dato certo è che i 5 stelle crollano, la Lega cala rispetto alle ultime previsioni e la lista unitaria del Pd cresce».

L’ha detto anche Renzi a Repubblica: tanti torneranno a casa.

«Questa è la scommessa: conquistare nuovi consensi e riunire un elettorato diviso e di astenuti. Per me significa che l’offerta politica di una forza aperta e ancorata all’idea di rinnovamento dell’Europa funziona. Se chiudiamo gli occhi per un momento e pensiamo alla scheda elettorale delle Europee, la lista unitaria è l’unica che può porre fine alla danza macabra di questa maggioranza. Io vedo piazze e teatri stracolmi. E guardo anche alle altre piazze dove si cerca un punto di riferimento contro l’odio».

Siete voi?

«Mi dia retta. Sta succedendo qualcosa. Sono alla ricerca di un luogo. Noi abbiamo provato a darglielo aprendo una fase nuova, aperta e inclusiva».

Detto questo, Lega e 5 stelle seppure indeboliti sembrano avere ancora tanto consenso.

«Sono stati bravi a raccontare e rappresentare i problemi delle persone, ma la novità è che si stanno rivelando incapaci di risolverli. Ed è questo lo spazio dentro il quale noi vogliamo combattere. Il Paese non è governato. L’odio di Salvini non solo è vergognoso ma è inadeguato e non risolve nessun problema. L’odio individua un capro espiatorio, ma non crea nemmeno un posto di lavoro».

A che serve chiedere continuamente il voto anticipato se non lo si ottiene in tempi ragionevoli?

«Io lo sento come un atto di responsabilità per mandare a casa questo governo. Responsabilità non solo mia ma degli italiani. Ho fiducia negli elettori, questo è il messaggio».

Un anno fa si diceva: creare un fronte antisovranista fa solo un favore ai sovranisti. C’era l’onda lunga del 4 marzo. Un anno dopo lei propone un fronte da Tsipras a Macron. È cambiato qualcosa?

«Ma guardi che l’Europa che non funziona è proprio quella che vuole Salvini. L’Europa intergovernativa, dove contano soltanto gli stati nazionali. Noi invece siamo parte di uno schieramento che sarà maggioranza nel prossimo Europarlamento. Unito da alcune parole d’ordine chiare: rivoluzione verde, indennità di disoccupazione europea, piano europeo per il diritto allo studio. La nostra missione dev’essere una: difendere le persone dai rischi della globalizzazione. Non lasciarli soli di fronte a questo fenomeno».

Ai comizi di Salvini le forze dell’ordine sequestrano telefonini o ritirano striscioni. Si stanno facendo condizionare dal ministro dell’Interno?

«Fa tutto lui. È lui che fa propaganda e rende più debole la sicurezza nel nostro Paese. Il responsabile è Salvini non le forze di polizia, di cui riconosco la totale autonomia. La sicurezza è più fragile, lo dimostrano i tanti fatti di cronaca che accadono sul territorio e lo dimostra il decreto sicurezza bis dove l’unica indicazione certa è il costo di una vita umana. La multa di 5000 curo per chi salva una persona in mare è uno dei punti più bassi di questo governo».

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