spot_img
spot_img
HomeArchivioBoschi: "La vera scommessa...

Boschi: “La vera scommessa è coinvolgere i moderati”

Onorevole Boschi, il dialogo M5S-Pd sembra finito prima di cominciare, ma come un fiume carsico ogni tanto riappare in superficie. Un destino ineluttabile vi spinge a un’alleanza con i grillini?

 
«Non è un dialogo: è una telenovela. E non ha lieto fine. Di Maio e Salvini stanno dando prova di una incapacità imbarazzante nel Governo del Paese. Qualcuno, dunque, ogni tanto, rilancia sul coinvolgimento del Pd. Ma diciamoci la verità: che c’entriamo noi con un movimento giustizialista, incompetente, assistenzialista? Stavamo crescendo e da quando ci sono loro è tornata la recessione: perché dovremmo allearci con loro?».
 

Zingaretti ha definito l’uscita di Delrio «una tempesta in un bicchier d’acqua». Ma anche per il vice Andrea Orlando «le misure del M5S che sono utili al Paese vanno affrontate». Se l’apertura venisse confermata, voi della minoranza come reagireste?

 
«Condivido l’espressione del Segretario: una tempesta in un bicchier d’acqua. E del resto l’arrogante delirio di Di Maio che invita il Pd a “redimersi” chiude ogni strada anche a chi nel PD sognerebbe un accordo. Ma ci rendiamo conto che il Ministro della Disoccupazione – questo ormai è Di Maio – accosta al Pd il bisogno di redenzione? Qui l’unico che deve cambiare strada e pentirsi è il Governo del Cambiamento, certo non il Pd».
 

Ma se in Parlamento si tratterà di votare sul conflitto di interessi o sul salario minimo, che dovrebbero essere proposte condivise anche da voi, come farete a dire di no?

 
«Ciò che farà il Pd in Parlamento lo decideranno i gruppi parlamentari. Ovvio: se condividi delle proposte voti sì, se non le condividi voti no. Ma quello che è certo è che non ci sarà un Governo Cinque Stelle-Pd. Quando il loro fallimento sarà evidente toccherà a noi, come già in passato, ricostruire tra le macerie».
 

Eppure, vista la legge elettorale proporzionale, prima o poi il tema delle alleanze per governare ve lo dovrete por- re. Se non con i cinque stelle, con chi?

 
«Il tema delle alleanze è un punto centrale in tutta Europa. Pensi ai mesi necessari alla Merkel per fare un governo in Germania o al recente risultato spagnolo. Per questo la nostra riforma istituzionale andava nella direzione di un sistema più semplice in cui permettere al vincitore di governare: ogni giorno che passa è più chiaro come quelle leggi servissero a dare forza e stabilità al Paese. Tuttavia le cose sono andare diversamente. Oggi Cinque Stelle e Lega sono al Governo su una piattaforma che è totalmente ostile ai nostri anni di governo e ai nostri valori: un accordo di palazzo con questi partiti sarebbe incomprensibile non solo all’opinione pubblica ma anche al nostro stesso elettorato».
 

Il Pd della vocazione maggioritaria non esiste più, non mi venga a dire che basterà aprirsi alle liste civiche…

 
«Mi sembrano temi molto teorici, da addetti ai lavori. Potrei risponderle che paradossalmente la lista che Zingaretti ha fatto per le Europee, molto ampia e inclusiva si avvicina a un modello di “vocazione maggioritaria“. Ma fuor di politichese: c’è un’Italia che si è già stancata del Movimento Cinque Stelle e che si sta stancando di Salvini. Questa Italia ancora non è maggioritaria ma secondo me lo diventerà presto, contemporaneamente al fallimento economico del Governo: perché quando agli italiani tocchi il portafoglio non c’è nessun profilo Facebook o diretta Instagram che può salvarti. E Salvini e Di Maio toccheranno il portafoglio degli italiani con la nuova legge di bilancio se non addirittura prima. Dunque: questa parte di Paese tornerà presto maggioritaria. Questo è il punto che per me è importante. Le modalità di organizzazione di questo campo si definiranno nei prossimi mesi: noi ci saremo».
 

Pensate a un accordo con Forza Italia? Una parte di quel partito ormai è in polemica costante con i sovranisti. Penso alla Prestigiacomo che sale sulla Sea Watch o esponenti di primo piano come la Carfagna che attaccano ogni giorno la Lega e i Cinque Stelle. Si può discutere con loro?

 
«Non credo ad accordi vecchio stile tra Pd e Forza Italia, mi sembrano fantapolitica. Né credo negli accordi dall’alto dei gruppi dirigenti: siamo distinti e distanti su troppe cose. La vera scommessa è coinvolgere anche l’elettorato moderato su una piattaforma credibile. Siamo riusciti a farlo con Renzi sia nel 2014 con le Europee che nel 2016 al Referendum: in un caso fu un trionfo, nell’altro una sconfitta. Ma in entrambi casi prendemmo il 41%. E coinvolgemmo sia l’elettorato progressista che quello moderato: dovremo tornare a fare la stessa cosa».

Ultimi articoli

Correlati

Primarie PD: i risultati definitivi

La Commissione nazionale per il Congresso rende noti i dati definitivi sull'affluenza alle Primarie del 26 febbraio e...

PD, oggi alle 15 il passaggio di consegne Letta-Schlein

Si svolgerà oggi alle 15 nella sede del PD di Via Sant’Andrea delle Fratte 16 il passaggio di...

Buon lavoro Elly Schlein

“Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara. Ce l'abbiamo fatta,...

Roggiani, affluenza attorno al milione di votanti

​​​​​"Mancano ancora i dati di alcune regioni e di alcune città, ma possiamo dire che l'affluenza si aggirerà...

Vota per un nuovo Partito Democratico

Domenica 26 febbraio si vota per la nuova segretaria o il nuovo segretario del PD. I seggi saranno aperti...
spot_img