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Guerini: “Abbiamo tenuto. Noi vincenti con Mdp? A livello nazionale è più complicato”

Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria del Pd, il vostro obiettivo era di arrivare a 22 ballottaggi nei Comuni maggiori.

«Il nostro obiettivo era giocarci la partita del ballottaggio. Le proiezioni sembrano confermare le nostre aspettative, per cui siamo soddisfatti. E lo siamo, in particolare, per la vittoria di Leoluca Orlando».

 

I primi dati segnalano un centrodestra unito spesso superiore al centrosinistra anche in vostre roccaforti, e il M5S escluso dai ballottaggi nei principali Comuni: lo ritiene un ritorno a un panorama nazionale bipolare? Da tenere in considerazione per la futura legge elettorale?

«Se i numeri reali confermassero il quadro iniziale, avremmo: tenuta del PD e del centrosinistra, brusca frenata dei Cinque Stelle e tenuta/incremento del centrodestra. Sarebbe significativo, ma prematuro per trarne conseguenze a livello nazionale».

 

In diverse località appoggiate candidati non PD e siete alleati a Mdp; e, a Palermo, per Leoluca Orlando avete rinunciato a far comparire il vostro simbolo.

«In tante realtà i nostri candidati sono sostenuti da coalizioni larghe di centrosinistra aperte al civismo. E abbiamo candidature forti anche dove il Pd ha fatto un passo indietro».

 

La presenza del Mdp, e altri, in coalizione sembra fare la differenza in fatto di buoni risultati. Quindi, è un modello da ripetere a livello nazionale, anche se Matteo Renzi ha detto «no ad alleanze con gli scissionisti»?

«Sul piano locale le coalizioni sono esperienza consolidata. A livello nazionale la cosa è più complessa. Comunque, Renzi ha detto che Giuliano Pisapia è un interlocutore autorevole che deve far parte del progetto di centrosinistra per il governo del Paese».

 

Pisapia però ha posto condizioni.

«Un percorso comune non può partire da condizioni. Ed è chiaro che non può esserci centrosinistra senza Pd».

 

L’ex sindaco di Milano chiede primarie di coalizione per scegliere il candidato alla presidenza del Consiglio.

«Lo statuto del Pd prevede che sia il segretario del partito a correre per Palazzo Chigi. Parlare di primarie mi sembra come mettere il carro davanti ai buoi. Prima si devono condividere il progetto e la visione riformista che il Pd ha incarnato in questi anni, e che lo stesso Pisapia ha più volte apprezzato».

 

Che peso darete ai risultati di queste Amministrative?

«Hanno importanza nelle città in cui si vota. Non darei a queste elezioni un significato che non devono avere».

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