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Legge elettorale, Martina: Pisapia ha colto il segnale, il sistema di voto è la novità

«Il Pd ha fatto una prima mossa importante per il centrosinistra. E sono contento che Prodi e Pisapia l’abbiano riconosciuto». Maurizio Martina, ministro e vice di Matteo Renzi, risponde all’apertura dell’ex sindaco di Milano.

Romano Prodi chiama, Giuliano Pisapia risponde e sollecita il Pd. C’è alle porte un nuovo centrosinistra?

«Per mesi si è chiesto al Pd di sviluppare un’iniziativa sul versante della coalizione. Ora, con la nostra proposta di legge, che prevede il 50 per cento di collegi uninominali, si configura la possibilità di lavorare su questo fronte. Questa proposta, che è includente, non era scontata. Dunque la disponibilità a lavorare con Pisapia non solo la confermiamo, ma ne diamo dimostrazione concreta».

Pisapia però vede due prospettive di centrosinistra: una con il Pd e una senza. LaIl ministro Martina: senza Pd il centrosinistra non esiste vora alla prima, ma trova più probabile la seconda.

«Non credo che esista una prospettiva di centrosinistra senza il Pd. Per mesi ci si è detto: dateci la dimostrazione di volere aprire. La proposta di legge elettorale è un segno concreto». Pisapia dice no ai capilista bloccati nella parte proporzionale. «Non c’è più quella logica dei capilista. Sono listini corti di quattro nomi. L’elemento su cui si criticava l’Italicum è stato superato dall’impianto della legge. È una proposta equilibrata, anche se, naturalmente, non risolve tutti i problemi».

Un centrosinistra con chi?

«Noi lavoriamo a un progetto aperto, con chi ha voglia di cooperare con noi».

Bersani ha definito un pasticcio la vostra proposta di legge elettorale e Speranza ha già annunciato il no. È già finito il dialogo con Mdp?

«Decideranno loro come posizionarsi su questa proposta. Se la bocciassero sarebbe un errore».

A oggi pare difficile immaginare un centrosinistra con Pd e Mdp.

«Le possibilità sono oggettivamente fragili. Se un movimento nasce nella scissione e cerca di aprirsi spazi nella logica della diversità dal soggetto da cui proviene, è chiaro che il terreno su cui costruire l’unità è molto difficile».

E con la sinistra di Fratoianni?

«Mi pare ancora più dura».

Dà per scontato che passi la legge elettorale? Se Mdp vota no, è difficile.

«Non lo do per scontato. Mi auguro che si guardi alle novità inclusive della proposta».

Se nascesse il centrosinistra, servirebbero primarie di coalizione? O il candidato premier sarebbe Renzi?

«La base di riferimento è il progetto da condividere. La responsabilità della guida credo sia fondamentale affidarla a chi rappresenta la principale forza, come avviene in tutte le democrazie avanzate».

Prodi ha il dubbio che Renzi non voglia federare la sinistra.

«Ha apprezzato il passo fatto sulla legge elettorale. Lavoreremo per unire e aprire il progetto a tutte le energie disponibili».

Ancora secondo Prodi, se Renzi va al governo serve qualcuno che vada al partito. «Certamente. Abbiamo vinto il congresso con una proposta di rilancio del Pd che fa i conti anche con questa necessità».

Che cosa pensa dello scontro sulle intercettazioni tra Giorgio Napolitano e Matteo Orfini?

«Superiamo questo passaggio. Nel Pd tutti nutriamo da sempre massimo rispetto per le parole del presidente emerito».

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