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Guerini: “Ue e Nato i nostri pilastri. Serve trasparenza sull’origine del virus”

La pandemia ha generato una nuova guerra fredda?

«L’emergenza si sviluppa su diverse dimensioni: sanitaria, economica, geopolitica. Ed è chiaro che questa partita va affrontata partendo dalla collaborazione tra gli Stati, dalla necessaria trasparenza nella comunicazione e nella condivisione dei dati sul virus».

 

Trasparenza e condivisione, dice. Ma Washington accusa Pechino di aver nascosto al mondo notizie fondamentali per contrastare la pandemia, a partire dal virus che sarebbe sfuggito dal laboratorio di Wuhan. Il governo cinese è stato reticente?

«Penso che condivisone e circolazione di informazioni sul virus siano essenziali per consentire al mondo di reagire alla pandemia con un’azione adeguata. E alla comunità scientifica di lavorare alle cure. Non possono esserci zone d’ombra, opacità o mancanza di trasparenza».

 

Di fronte a una escalation tra Cina e Usa, rischiamo di dover scegliere tra la tradizionale collocazione internazionale e i nuovi sbocchi commerciali?

«Dialoghiamo con tutti, ma i pilastri della nostra sicurezza sono Nato e Unione europea. E questi rimangono. Nella fase dell’emergenza sanitaria, la comunità internazionale ha aiutato l’Italia. L’ha fatto l’Europa, gli Stati Uniti, e altre Paesi tra cui Cina e Russia. Questa circostanza, però, non modifica minimamente il nostro tradizionale quadro di riferimento internazionale. Siamo grati a tutti per gli aiuti, ma non c’entrano con i pilastri della nostra collocazione, che non cambiano».

 

«La Cina è un protagonista mondiale. È naturale e utile al nostro Paese che vi siano cooperazione e scambi commerciali. Ciò detto, progetto europeo e alleanza atlantica restano i nostri capisaldi, uniti a quella visione multilaterale che da sempre caratterizza l’Italia».

 

Gli Stati Uniti, e il commissario Ue Borrel, denunciano le interferenze di Cina e Russia, con fake news volte a orientare le opinioni pubbliche e destabilizzare il quadro. Avete evidenze di queste minacce?

«Come è noto, il rapporto Ue di Borrel evidenzia alcuni casi di disinformazione legati anche alla pandemia. Il Parlamento ha potuto leggere la relazione annuale dei Servizi di intelligente che cita le minacce ibride. Interferenze che partono da attori statuali e non statuali, sfruttano la Rete e sono oggetto di monitoraggio costante».

 

Quanto è alto il rischio e come reagire?

«Gli apparati di sicurezza tengono alta l’attenzione. È una questione che riguarda cittadini e istituzioni. Sullo specifico della pandemia penso che l’opinione pubblica del nostro Paese apprezzi la concretezza degli aiuti e la sappia scindere dalla narrazione a volte sottesa».

 

Nella nuova sfida tra Usa e Cina, l’Italia ha un altro assillo: difendere le infrastrutture strategiche del Paese da scalate ostili. Come?

«La difesa delle realtà industriali e infrastrutturali è fondamentale. Non a caso, il governo ha rafforzato la golden power, uno scudo importante per mettere al riparo le aziende da incursioni, da qualsiasi parte provenienti, finalizzate ad aggredire o acquisire nostri asset cruciali. La nostra normativa è già molto avanzata. Se necessario, ragioneremo su come farla evolvere in senso ancora più stringente».

 

Il tema investe anche la sicurezza dei dati. Quanto diventa decisiva la sfida sul 5G, che divide Usa e Cina?

«Pur assicurando il potenziale tecnologico, per me vale sempre un principio: la sicurezza viene prima della convenienza economica».

 

Intanto si prepara la fase due. E però Renzi già minaccia l’esecutivo. Rischiate una crisi di governo?

«È il Paese che si gioca molto.E la maggioranza è chiamata a essere responsabile. La diversità di opinioni è una ricchezza che non va sacrificata all’emergenza, i contributi devono essere sulle idee. Non vedo rischi per il governo, i cittadini ci chiedono responsabilità: tutti, nella maggioranza, sapranno garantirla».

 

Pensa che Berlusconi possa entrare in maggioranza?

«Ho apprezzato posizioni e toni dí FI in Parlamento, anche sulla partita europea. Ma questo non cambia il perimetro della maggioranza».

 

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