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Minniti: “Temevo una rappresaglia cieca come a Macerata”

Temevo la violenza razzista. Nella gente convivono le spinte tra il principio di solidarietà e quello di sicurezza.

 

Macerata è lì, dietro le colline. Ma incombecome un macigno. E quindi la prima giornata del candidato Minniti Marco, «ministro dell’Interno da soli 13 mesi» come tiene a rimarcare, non può che ruotare attorno a quello che è successo qui nelle Marche. Collegio di Pesaro, terra di fabbriche che nonostantetutto funzionano e di borghi straordinari. Minniti apre la sua campagna elettorale, pranzo alla mensa della Scavolini; saluto con i manager e gli operai della ditta Rivagold, eccellenza della refrigerazione; un caffé con i simpatizzanti a Vallefoglia,
e poi ancora a Tavullia, Gabicce, Pesaro centro. Intanto gli sottopongono le notizie di giornata. Arci, Cgil, Anpi hanno deciso di soprassedere con la manifestazione di sabato a Macerata. Altri, no. Rifondazione insiste. Così l`ultradestra. E Minniti annuncia dal palco: «Ringrazio chi ha accolto l`appello del sindaco di Macerata. Spero lo facciano tutti. Se però questo appello non venisse accolto, a quel punto ci penserebbe il ministero dell`Interno».

 

Ad accompagnarlo per questa prima giornata da candidato, gli fanno strada i big locali del Pd: la deputata Alessia Morandi, il sindaco Matteo Ricci, l`ex senatore Palmiro Ucchielli. «Voi contate su di me, io ci metterò la mia testardaggine calabrese», ripete Minniti come un mantra a ogni tappa. «Se il vostro problema è la sicurezza, avete scelto la persona giusta».

A metà percorso, i giornalisti lo incalzano in un bar e non si sottrae. Anche se la domanda forse più contundente l`ha appena fatta il patron della Scavolini, il signor Giancarlo, che di giovanotti neri per strada non ne vuole proprio sapere e sui 600 mila rimpatri di Berlusconi ci metterebbe la firma. E Minniti:
«Guardi, la politica dei rimpatri è superata. L`obiettivo ora è smantellare gli arrivi illegali per poi sostenere quelli legali. E poi, senta, a dirlo è lo stesso che ha fatto la sanatoria per 1 milione di clandestini».

 

Della Libia ne parla ormai come di una seconda patria. Ai cittadini di Vallefoglia racconta che sì, certo, lo chiamano tanti sindaci. Ma lui non si nega con quelli dell`altra sponda. Eppure il Pd è sembrato tiepido proprio sulla Libia. «Quello che abbiamo fatto lì non è un dato consolidato, eppure per il settimo mese di fila gli sbarchi sono in calo. Questo dato è un patrimonio dell`Italia, non di Minniti o del Pd. Dovremmo esserne orgogliosi».

 

In verità la sua alleata Emma Bonino la pensa diversamente. «Vero, ci sono posizioni diverse. E infatti la Bonino non è nel mio stesso partito. Siamo insieme in una coalizione elettorale. Non è la stessa cosa. Comunque un filo comunec`è: distruggere l`illegalità e sostenere la legalità».

 

Una volta di più, però, parlando con la gente e stringendo mani, Minniti ribadisce che sarebbe sbagliatissimo per il Pd tenere un atteggiamento altezzoso. Che alla richiesta di sicurezza, bisogna dare ascolto e non dare addosso. A Macerata molti si sentono insicuri e così danno ragione a quel Traini?
«Quel gesto è una rappresaglia cieca, motivata da odio razziale. Ingiustificata e ingiustificabile. Mi rendo conto, però, che nella gente, addirittura nel singolo individuo, convivono le spinte tra il principio di solidarietà e il principio di sicurezza.

 

Il lavoro che ho fatto consente una conciliazione». Prende fiato. «Ma ogni pur minimo giustificazionismo è una frattura della democrazia. Dev`essere chiaro e universale, anche di fronte ai fatti più drammatici, che solo lo Stato fa giustizia».

 

Intanto viene giù il freddo. La gente lo aspetta in strada. È sinceramente stupito. Gli chiedono: e questi gruppi violenti dell`ultradestra? «Non sottovaluto quel che sta accadendo. Stiamo indagando. Così è successo dopo i fatti di Como, per il gruppo Do.ra a Varese, per i fumogeni sotto la redazione di “Repubblica”. Avrei potuto minimizzare, invece no. Tutti identificati, perquisiti, denunciati. Ma un provvedimento (di scioglimento di un partito ai sensi della legge Scelba, ndr) deve essere sostenibile dal punto di vista del perimetro legale. Per questo si fanno le indagini». Immigrazione & insicurezza. Un binomioterribile. Eppure, 10 mesi fa l`avevano crocifisso quando disse che temeva, sotto l`onda deglisbarchi, per la «tenuta democratica» del Paese. «Non parlavo a caso». Un Traini lo vedeva già all`orizzonte? «Sì, è così».

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