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Servizio civile e Garanzia giovani, fondi regionali e nazionali

Occhi puntati sulle Regioni, alle quali sono destinati gran parte dei fondi del piano europeo per l’occupazione giovanile. “Ma il Veneto ha bocciato lo stanziamento per il servizio civile”, denuncia la Cnesc, mentre il ministro Poletti annuncia che il piano “prevede fondi nazionali ad hoc”. di Daniele Biella (VITA.IT).

Il piano europeo Garanzia giovani, Youth guarantee, è partito. In Italia era stato lanciato nell’ottobre scorso dall’ex ministro del LavoroEnrico Giovannini, ora è sul tavolo del suo successore, Giuliano Poletti. Tra le sei azioni individuate per rilanciare l’occupazione giovanile, in particolare di quei 1,3 milioni di giovani sotto i 25 anni che nonn studiano e non lavorano (categoria chiamata ‘Neet’, Not in education, employment or training), c’è il servizio civile.

L’attuazione del programma è in mano alle Regioni: sul tema si è creato un acceso dibattito, per il grado di autonomia nell escelte dei singoli enti. “La settimana scorsa la Regione Veneto ha bocciato un emendamento a valere sulla legge finanziaria della Regione che proponeva di destinare 6 milioni di euro fino al 2016 in favore del Servizio civile regionale”, riporta la Cnesc, Conferenza nazionale degli enti di servizio civile. “E’ giusto, come dichiara l’assessore all’istruzione e formazione del Veneto Elena Donazzan, che le politiche sociali siano tenute ben distinte dagli interventi sul lavoro, ma non ci sembra altrettanto giusto precludere ai giovani uno dei 6 percorsi che “Garanzia Giovani” vorrebbe loro offrire”, sottolinea il presidente Cnesc, Licio Palazzini. “Investire nel servizio civile non vuol dire generare un ‘bacino di lavoratori socialmente utili’, visto che per legge si può fare una volta sola, ma offrire l’opportunità di avere riconosciute e certificate delle competenze che il Servizio Civile offre. E questo va inteso come una modalità di reinserimento nei percorsi di istruzione e formazione che è l’altra modalità, oltre all’inserimento nel mondo del lavoro, che il Piano Garanzia Giovani offre al giovane che ‘viene preso in carico’ in funzione di un percorso individualizzato e condiviso. L’augurio e la proposta sono che quanto indicato da Garanzia Giovani non escluda poi nella sua applicazione il servizio civile”.

Sollecitato sul tema in un punto dell’intervista sul numero di Vita in edicola ad Aprile (in cui appoggia l’idea del servizio civile come diritto di ogni giovane e quindi universale), il neoministro Poletti rassicura: “Alla luce del dibattuto di queste settimane sulla gestione che di quei fondi stanno facendo le Regioni, faccio presente che nella Garanzia Giovani è previsto anche una linea di finanziamento nazionale dedicata al servizio civile”.

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