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Anzaldi: il Dg Rai chiamato per ridurre gli sprechi, e sono cresciuti

Ieri il direttore generale Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ai parlamentari della Vigilanza ha confermato che presto arriverà il piano di «autoregolamentazione degli stipendi». Michele Anzaldi, segretario in commissione, renziano di ferro,
non risparmia critiche ai vertici Rai.

 

La soddisfano le risposte del dg?
«Ora c’è stato un notevole cambio di passo: ha detto che prenderanno in seria possibilità autolimitarsi gli stipendi. A partire da se stesso. A Gubitosi il governo Renzi impose lo stipendio di 240mila euro, e tale è rimasto anche dopo l’emissione del bond. Ora, è possibile che il premier prenda un sesto del dg Rai? Ci vorrebbe buon gusto istituzionale. Dall’Orto è stato chiamato per migliorare l’informazione e risolvere gli sprechi. Ora vediamo invece che 94 dirigenti superano il tetto dei 200mila, ma ci saranno altri 400 che arrivano a 199mila dei quali forse molti non fanno niente. E abbiamo 25 dirigenti assunti in più. Questo cancro va curato».

 

Come? I dirigenti sono preoccupati…
«Dicano che si riducono gli stipendi del 40%, ma dev’essere per primo il dg a farlo. E aprano un tavolo sindacale, con i dirigenti dell’Adrai e i giornalisti Usigrai, per trovare soluzioni verso chi prende 300mi1a euro e non fa nulla, o che ha rifiutato tre volte un incarico».

 

Il Cda aspetta il piano di Verdelli sull’informazione. Il Pd è deluso?
«Da Verdelli sono uscite solo linee guida, ma ci sono mega stipendi e una struttura elefantiaca. Dall’Orto ha detto alla Vigilanza che potrebbe alleggerirsi del nome di Merlo. Un errore ciclopico. Non si può dare in pasto alla stampa e al Parlamento un grande nome del giornalismo e poi buttarlo via. Questa è la struttura artefice del caso Riina, che Verdelli vide e dette il via libera. Ora il capo si salva e fai pagare l’ultimo arrivato? Non vorrei che i pesanti attacchi M5s contro Merlo e i loro complimenti immotivati a Verdelli siano il frutto di qualche lottizzazione sottobanco del partito che presiede la Vigilanza».

 

La luna di miele con Renzi è finita?
«Beh, la Rai ha perso il primato sull’informazione, la prossima trasmissione più vista sarà di Floris, su La7, poi Formigli, Porro su Mediaset e poi, forse la Rai, dove torna Santoro ma farà docufiction. E ci sono storture nei tg».

 

Lei critica ogni giorno il Tg3…
«Mi attengo ai dati dell’Osservatorio di Pavia, contrariamente a Freccero, che da consigliere avrebbe il dovere di consultare il monitoraggio invece sa solo insultare: nella settimana di Andria il Pd ha avuto l’11% di presenza al Tgl, i 12% al Tg2, al Tg3 solo ra. Qualcuno ha sbagliato. Il dg ha danneggiato l’informazione Rai».

 

Lei è considerata la voce di Renzi, è un buon servito a Campo Dall’Orto?
«Io parlo di dati. Leviamo Renzi e il mio pensiero. Certo non sono contento. E ora che si recuperano 400 milioni di evasione dal canone li diamo a questi campioni dello spreco? Perché non li mettiamo a concorso? Chi vuole presenta un progetto a Rai, Mediaset, La7, Sky. Un programma di Minoli, anche se non va in onda sulla Rai, non è servizio pubblico?».

 

Potrebbero esserci le nomine dei direttori tg nel Cda del 3 agosto. Giusto cambiare in vista del referendum?
«Il dg le avrebbe dovuto farle subito, ora se vuole le faccia. L’importante è che non siano esterni. Per me potrebbe restare tutto così, basterebbe rispettare il pluralismo monitorato dall’Osservatorio di Pavia, perché è un momento delicato, in cui l’Agcom deve controllare ossessivamente. Purché siano interni, o si dà altro materiale per Cantone e la Corte dei Conti».

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