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Cannabis terapeutica, Realacci: “il Paese è pronto per una proposta più estesa”

«Ritengo che il Paese sia pronto per una proposta più estesa, ma è importante che la Camera abbia approvato il testo unificato per la cannabis terapeutica».

 

Perché, senatore Ermete Realacci (Pd)?La”droga di Stato” è una conquista?

Diffido sempre da chi ha risposte certe a problemi complessi. E questo è un tema complicato. Nel testo approvato è confluita anche la mia proposta di legge sull’utilizzo di farmaci a base di cannabinoidi. Per garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute e alla libera scelta della terapia, tanto più in casi di serie patologie che producono intollerabili sofferenze e ledono gravemente la dignità umana. E francamente non capisco come ci si possa opporre.

 

Quali sono gli elementi chiave di questa norma?

A inizio legislatura avevo depositato una proposta per facilitare e disciplinare l’utilizzo di farmaci contenenti derivati, naturali e sintetici, della cannabis a fini terapeutici nell’ambito del Servizio sanitario. Il testo attuale riprende la norma della regione Toscana in materia, che tra le prime in Italia, si è dotata di una normativa che permette l’utilizzo di farmaci a base di cannabinoidi come ausilio terapeutico nella cura di gravi patologie. Una legge di civiltà.

 

Però c’è chi teme che questa possa essere la porta d’ingresso per la legalizzazione della cannabis, rendendola accessibile a chiunque sul mercato legale. Lei come vede questa prospettiva?

Quello è certo un ambito diverso e più complicato da quello sanitario, perciò capisco che ci possano essere opinioni differenti. Credo che intanto si possa ragionare nella direzione del togliere spazio alle mafie. Non è certo una riflessione facile, che si incontra e si scontra con tanti elementi, ma non possiamo liquidarla con battute facili.

 

Facciamola difficile: perché si dovrebbe dare libero accesso a sostanze il cui principio attivo è oggi più potente e non di rado genera disagio e dipendenze?

Intanto, nella prospettiva della legalizzazione andrebbe prevista la possibilità di commercializzare solo cannabis dal principio attivo ridottissimo. Il passaggio tra varie forme di droga, da cannabis a dipendenze da droghe pesanti, credo sia da approfondire anche in termini antropologici. C’è naturalmente in quei casi la contiguità tra cannabis e altre droghe. Ma allora anche l’alcol è un elemento, visto che non è affatto raro l’uso di alcolici associato alle “pasticche”. Il punto è che se uno cerca un surrogato artificiale per dare senso alla propriavita, allora dobbiamo porci domande sulla componente culturale e formativa.

 

E la cannabis è la risposta?

Ripeto, guardiamo alla complessità. Esempio: recentemente si è parlato di rilanciare Ermete Realacci il servizio civile obbligatorio. Ecco, pensare a una ipotesi di impegno per tutti i giovani, della durata massima di tre mesi, facendosi carico sotto varie forme della propria appartenenza alla comunità sarebbe un buon modo per ragionare sui temi della formazione e intanto aprire la strada alla legalizzazione della cannabis, sapendo che offrendo ai giovani strumenti di formazione, si abbassa di molto la domanda di queste sostanze.

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