“Che arriviamo per ultimi già lo sappiamo da tempo. La Corte di Strasburgo non aggiunge nulla alla discussione già in corso, ma dà un ulteriore incentivo ad accelerare la discussione per arrivare presto all’approvazione del DDL sulle unioni civili. Renzi è stato chiaro: entro il 2015 anche l’Italia avrà la sua legge sulle coppie omosessuali”.
Questo il commento alla sentenza di Strasburgo della responsabile Diritti del Pd, Micaela Campana.
“Ora che i tempi sono chiari, l’obiettivo deve essere quello di arrivare ad una legge che contenga tutte le prescrizioni uscite dalle sentenze delle corti nazionali ed internazionali -continua Campana- Come Pd e con tutte le forze intenzionate a portare a casa la legge, non arretreremo di un centimetro né sui tempi, né tanto meno sui contenuti”.
L’esigenza di accelerareviene sottolineata dalla senatrice Monica Cirinnà, relatrice del provvedimento sulle unioni civili al Senato: “la sentenza della Corte europea dei diritti umani che condanna l’Italia per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione ci dice che dobbiamo fare presto ad approvare il provvedimento sulle unioni civili. E’ necessario e urgente giungere ad un testo che tenga conto dell’insieme dei diritti umani e sociali che vanno riconosciuti alle coppie gay”.
“Nessuno vuole fare equiparazioni con l’istituto del matrimonio ma occorre riconoscere anche in Italia diritti sacrosanti ormai riconosciuti in tutte le democrazie europee, assegnando alle coppie omosessuali e alle loro famiglie un riconoscimento che abbia il rango del diritto pubblico, inserendole nelle tutele degli articoli 2 e 3 della Costituzione“, precisa Cirinnà.
Sulla sentenza di Strasburgo è intervenuto anche Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi: “tanto tuonò che piovve. Ho digiunato per venti giorni per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla situazione di grave imbarazzo per l’Italia costituita dall’assenza di una legge sulle unioni omosessuali e, a distanza di soli tre giorni dall’interruzione del mio digiuno, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha sancito ciò che era già ovvio a chiunque avesse gli occhi per vedere”.
“La pronuncia di Strasburgo ribadisce una volta di più che nell’Europa dei diritti umani e dei diritti civili non c’è spazio per discriminazioni odiose come quelle inflitte alle persone omosessuali, alla loro affettività e alle loro unioni”.
“Mi auguro”, conclude Scalfarotto, “che ci si arrenda finalmente all’evidenza e che il Parlamento Italiano abbia uno scatto d’orgoglio applicando in modo assolutamente inderogabile il cronoprogramma autorevolmente fissato dal presidente del Consiglio”.
Leggi il Rapporto sull’orientamento sessuale della Corte Europea dei Diritti Umani – ECHR (in inglese)