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Il Terzo Settore non è secondo a nessuno

La Camera approva la riforma del Terzo Settore. Sostegno e incentivi ai cittadini che si associano per perseguire il bene comune.

Via libera della Camera al ddl delega per la riforma del Terzo Settore: 297 sì, 121 no, 50 astenuti. Il testo passa ora all’esame del Senato.

 

“Quello che approviamo oggi è un provvedimento atteso da 20 anni e che farà la storia; lo approviamo dopo aver parlato con coloro che ogni giorno lavorano nel Terzo settore e non aspettavano altro che essere ascoltati dalla politica. Questo ddl riguarda 300mila organizzazioni non profit e quasi 5milioni di volontari che ogni giorno lavorano per dare sollievo e sostegno ai più deboli”.

 

Lo ha detto Micaela Campana, deputata e responsabile Welfare del Pd, durante la dichiarazione di voto sul ddl delega in materia di Terzo settore. “Molti cittadini – prosegue Campana – senza il Terzo settore non avrebbero aiuti essenziali come un pasto, l’assistenza domiciliare o una coperta. Il settore è in crescita costante nonostante la crisi: dal 2001 le organizzazioni non profit sono aumentate del 28 per cento, i dipendenti del 39 e i volontari del 43. Si tratta del primo erogatore di servizi per i cittadini. Questa è una legge per l’Italia migliore che lavora nelle scuole delle carceri, con gli immigrati e con i disabili o scava tra le rovine de L’Aquila o nel fango a Genova dopo l’alluvione. Abbiamo tenuto conto degli errori del passato e vogliamo evitare di trattare tutti nello stesso modo, chi ha sbagliato come chi silenziosamente fa il suo dovere ogni giorno”.

 

Per Marina Sereni, vice presidente della Camera, “l’approvazione in prima lettura della Legge Delega che riforma il Terzo Settore e il Servizio Civile è una buona notizia per i milioni di italiani che quotidianamente prestano la loro opera da volontari, da cooperatori, da imprenditori sociali. Si compie finalmente un passo nella direzione di un riordino – da tempo ritenuto necessario – di tutte le normative specifiche e si creano le condizioni per un rilancio del ruolo dei diversi attori del Terzo Settore”,

*****

Obiettivi del ddl sono il sostegno della libera iniziativa dei cittadini che si associano per perseguire il bene comune; favorire la partecipazione attiva delle persone, singolarmente o in forma associata; valorizzare il potenziale di crescita dell’economia sociale; armonizzare gli incentivi e uniformare la disciplina in una materia caratterizzata fin qui da un quadro normativo non omogeneo. Si tratta di un settore in costante crescita: rispetto al 2001 le organizzazioni non profit sono aumentate del 28 per cento, i dipendenti del 39 e i volontari del 43. Il 66 per cento sono associazioni non riconosciute, il 22 fondazioni e solo 3,7 cooperative sociali. L’Istat ha censito 300.191 organizzazioni non profit che impiegano 681mila addetti, 271mila lavoratori stabili e 5mila temporanei. I volontari sono 4 milioni e 700mila. Il ‘Terzo settore’ viene definito come il complesso degli enti privati con finalità civiche e solidaristiche che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale attuando il principio di sussidiarietà.

 

Il nuovo codice del Terzo settore
Punto centrale del ddl è l’istituzione del Codice del Terzo settore per la raccolta e il coordinamento delle norme al fine di – individuare le attività solidaristiche che caratterizzano gli enti del terzo settore; – definire le modalità organizzative e amministrative degli enti che dovranno essere ispirate ai principi di democrazia, eguaglianza, pari opportunità; – previsione del divieto di distribuzione degli utili, anche in forma indiretta; – disciplinare gli obblighi di controllo interno, rendicontazione e trasparenza e le modalità di verifica periodica dell’attività svolta; – riorganizzare il sistema di registrazione degli enti attraverso la messa a punto di un registro unico del Terzo settore che sarà istituito presso il ministero del Lavoro con la previsione dell’obbligo della iscrizione per tutti gli enti che si avvalgono di fondi pubblici o privati raccolti attraverso pubbliche sottoscrizioni o di fondi europei; – attribuzione alla presidenza del Consiglio del coordinamento delle politiche di governo e delle azioni di promozione e di indirizzo delle attività degli enti del terzo settore.

 

Impresa sociale
Il ddl prevede, tra l’altro, la definizione dell’impresa sociale come impresa privata con finalità di interesse generale con l’obiettivo primario di realizzare impatti sociali positivi conseguiti attraverso la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale e che destina i propri utili prevalentemente al raggiungimento di obiettivi sociali. È previsto anche l’ampliamento dei settori di attività di utilità sociale (es. commercio equo e solidale), dell’inserimento dei lavoratori svantaggiati, dell’alloggio sociale e dell’erogazione del microcredito da parte di soggetti abilitati. Le cooperative sociali e i loro consorzi acquisiranno di diritto la qualifica di impresa sociale. Le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti sono esercitate dal ministero del Lavoro.

 

Servizio civile nazionale
Il ddl prevede l’istituzione del servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata e a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale; la previsione di un meccanismo di programmazione triennale dei contingenti di giovani di età compresa tra 28 e 38 anni che possono essere ammessi tramite bando pubblico al servizio civile universale; la definizione di uno status giuridico che preveda l’instaurazione, tra i giovani e lo Stato, di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro.

 

Misure di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore
Sono previste agevolazioni economiche in favore degli enti del Terzo settore e il riordino e l’armonizzazione della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio. È prevista una nuova definizione di ente non commerciale ai fini fiscali, la riorganizzazione delle agevolazioni fiscali connesse all’erogazione di risorse al Terzo settore, la riforma dell’istituto del cinque per mille allo scopo di rendere noto l’utilizzo delle somme devolute con questo strumento, l’assegnazione di immobili pubblici inutilizzati e la revisione della disciplina delle Onlus.

La dichiarazione di voto di Micaela Campana

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